Philipsen e gli altri: i giovani velocisti sono pronti a far saltare il banco. Dainese e Moschetti speranze azzurre

Vuelta 2020, la volata sul traguardo di Aguilar de Campoo: tra i grandi Bennett e Ackermann spuntano i ventiduenni Philipsen (Uae) e Thijssen (Lotto Soudal). Nella prossima stagione i due ragazzi belgi saranno clienti pericolosissimi (ASO/©Photogomezsport2020).
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Vuelta España, traguardo di Aguilar de Campoo, che al di là del nome (“aquila della valle”) e dell’altitudine (900 metri), è uno dei pochissimi squarci a disposizione dei velocisti, in una corsa strapiena di salite. Bora e Deceuninck menano la danza negli ultimi cinque chilometri, in vista del duello tra Ackermann e Sam Bennett. Sono loro due in effetti a giocarsi la vittoria, con Bennett che ha la meglio ma viene retrocesso per una scorrettezza commessa qualche chilometro prima.

Il bello però accade alle loro spalle, dove si piazzano in successione tre ragazzi poco più che ventenni: i due belgi classe 1998, Gerben Thijssen (Lotto Soudal) e Jasper Philipsen (Uae-Emirates), rispettivamente 2° e 4°, e in mezzo a loro il tedesco Max Kanter (Sunweb), più anziano di un anno.

L’episodio rende chiaro come sotto l’élite mondiale dei velocisti stia emergendo una nouvelle vague molto agguerrita, formata dai coetanei dei terribili Pogacar, Hirschi ed Evenepoel, già in grado di prendersi grandi Giri e grandi classiche. 

Il Belgio si gode Philipsen e Thijssen. La Germania spera in Kanter

Nel 2021 la sfida ai mostri sacri dello sprint sarà un motivo di grande interesse, fin dalle prime corse in calendario. Philipsen sembra il più avanti di tutti. Ha cominciato a vincere al Tour du Limousin, ha bissato al Binckbank Tour battendo Pedersen, Ackermann e Van Poppel, non esattamente comparse. E nella Vuelta, sei giorni dopo la quarta piazza di Aguilar de Campoo, ha messo la ruota davanti a tutti, a Puebla de Sanabria. Nel 2021 correrà per la Alpecin-Fenix e sarà il velocista di punta, senza invadere la “riserva di caccia” di van der Poel.

Thijssen è un altro bel tipo: alcuni giornalisti erano stupiti per il fatto che la Lotto Soudal lavorasse con grande convinzione per lui nei finali in piano della Vuelta. Poi si è capito che era fatica ben riposta. Non ha terminato la corsa spagnola per problemi intestinali e in tutto il 2020 ha corso solo per 24 giorni, sarà interessante scoprirlo nei mesi a venire.

Con due terzi e un settimo posto alla Vuelta, il tedesco Max Kanter ha terminato in attivo la sua prima grande corsa a tappe. Non ha alle spalle altri squilli importanti, ma sembra in crescita. E poi corre nella Sunweb, una sorta di paradiso delle opportunità. 

A proposito di Sunweb, il 2021 potrebbe essere l’anno del decollo verticale per l’olandese Cees Bol, che a 25 anni è una promessa in parte già realizzata. Al Tour de France ha dimostrato di essere veramente a un passo dai grandi. Vince poco e si piazza spesso, ma il salto di qualità potrebbe essere dietro l’angolo. 

Colombia, non solo scalatori: Hodeg sulle tracce di Gaviria

Interessante l’evoluzione del ciclismo colombiano, che non sforna più soltanto scalatori. Gaviria ha aperto il fronte, sulle sue tracce c’è il ventiquattrenne Álvaro José Hodeg, che con il suo metro e 86 infrange ogni luogo comune sulla taglia dei connazionali. Al Giro d’Italia la Deceuninck-Quick Step era impegnata più che altro a scortare Almeida, nondimeno Hodeg ha centrato un quinto posto a Brindisi e si è arreso solo a Demare e Sagan sul traguardo di Rimini. 

Nella Deceuninck si spera di rivedere anche Fabio Jakobsen (24 anni) talento assoluto dello sprint ridotto in fin di vita da uno spaventoso volo al Giro di Polonia, nell’agosto scorso. Quel giorno stava lottando per la sua diciannovesima vittoria in carriera, la speranza generale è che possa ritrovare interamente se stesso. 

Mareczko riparte da Scinto. Dainese nel paradiso Sunweb

Sul tavolo delle volate, anche l’Italia ha carte giovani da giocare. Jakub Mareczko, per esempio, con i suoi 26 anni ha ancora margini di miglioramento. Nel 2020 ha dominato gli sprint del Giro d’Ungheria (3 successi) e dalla Vuelta è uscito con un 3° e un 5° posto. Dopo l’esperienza biennale con la CCC in ambito Wordl Tour, si è accasato con la Vini Zabù-Ktm, il gruppo di Scinto che lo aveva lanciato cinque anni fa, quando si chiamava Southeast Pro Cycling Team. Sarà lontano da alcune grandi corse, ma nelle volate avrà la squadra a disposizione. 

Da rivedere Matteo Moschetti (24 anni) che aveva cominciato bene la sua terza stagione nella Trek Segafredo, vincendo tra gennaio e febbraio due corse in Spagna. Poi è caduto all’Etoile de Bessèges e le cose hanno preso una piega meno positiva. Alla Vuelta ha fatto appena in tempo a conquistare un sesto posto, prima di finire fuori tempo massimo già alla settima tappa. 

In confortante crescita Alberto Dainese, un altro talento della Sunweb, che oltre a vincere una tappa del Sun Tour australiano si è messo in luce al Giro di Polonia (3° e 5°) e al Binckbank Tour (6°), dando continuità al campionato europeo su strada Under 23 conquistato nel 2019. A 22 anni non è poco.