Letizia Paternoster: «Amo il ciclismo, per me è tutto e con Alessandro vivo un sogno»

Letizia Paternoster si allena al tempo del Coronavirus
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Fascino, storia, emozioni, classe. Letizia Paternoster sublima energia ed entusiasmo allo stato puro. L’essenza del ciclismo e dello sport racchiusa negli occhi e nelle parole di una giovane campionessa che vive il sogno inseguito sin da bambina e ogni volta nella ripetizione di quel gesto atletico magico ed elegante, di alzarsi sui pedali, sente l’atmosfera delle favole più belle. Letizia Paternoster ora è in Spagna con la Trek-Segafredo (con la quale ha rinnovato per due anni da pochi giorni, ndr) e quibicisport.it ha raccolto le sue sensazioni, le sue emozioni per una nuova prima volta. La 21enne trentina di Revò, ha ripreso il joystick dell’avventura in sella e ora vuole continuare a scoprire i grandi margini di miglioramento che possiede. Conosce bene un segreto: meglio della top-player, funziona la top-runner, la top-worker, la top-warrior. Le atlete che corrono, sudano, lottano e vincono.

Una promessa è una promessa. Tu sei tornata dopo l’incidente di novembre e i problemi al ginocchio con determinazione, grinta, felicità e il sorriso che non mancano mai. Com’è stato e come hai vissuto questo anno così particolare per tutti?

«È stato un anno davvero particolare questo, come ben sappiamo. È iniziato con periodo che ci ha un po’ destabilizzato tutte. Però diciamo che il lockdown l’avevo vissuto anche abbastanza bene. Nel senso che avevo la mia palestra, i miei rulli. L’ho trascorso tutto da sola perché ho preso casa e vivo da un anno e mezzo a Riva del Garda. L’ho passato bene perché sono stata sempre appassionata di fitness e con una palestra in casa mi sono allenata molto, anche perché non sono un’amante dei rulli: amo andare in pista e su strada, però sui rulli faccio un po’ fatica. Ho dato tanto in palestra, forse un po’ troppo e questo mi ha creato dei problemi quando era ora di ripartire con la stagione su strada il mio ginocchio mi ha chiesto un po’ di tregua. Ho avuto cinque mesi di infortunio, purtroppo, è stata davvero lunghissima però questo periodo mi ha aiutato tanto a livello mentale e se guardo indietro mi sento comunque cresciuta e sicuramente più forte. Ripensandoci è stato un periodo davvero duro, davvero tosto. Adesso che posso fare di nuovo tutto ciò che amo è una sensazione bellissima e me la sto vivendo appieno. Se prima ero innamorata del ciclismo, adesso lo sono cento volte di più».

Il Campionato Italiano di sabato a Breganze ha rappresentato il primo passo per riprendere i tuoi ritmi di sempre: che sensazioni hai provato a rientrare in gruppo?

«Il Campionato Italiano non l’ho sentito particolarmente, come posso sentire ora quella di Madrid. È stato un percorso davvero duro, c’era tantissimo dislivello e comunque una me in forma, su quel tipo di percorso, avrebbe potuto fare ben poco a livello di caratteristiche, per come sono fatta. È stato bello rivedere tutti e ritornare in gruppo, però a oggi sento realmente la ripartenza e la percepisco di più oggi in Spagna».

Questo weekend, da oggi a domenica, sarai protagonista in Spagna alla Madrid Challenge By La Vuelta: l’alba di un nuovo inizio. Sarà bello vivere di nuovo l’atmosfera di una trasferta con le compagne della Trek-Segafredo?

«È una sensazione bellissima tornare in trasferta con le mie compagne e sono tanto emozionata. Oggi il giro in bici e fare i rulli insieme il giorno prima della gara e la riunione è tutto bellissimo e mi sento come se fosse la prima volta. Me la sto vivendo appieno di nuovo».

A chi sei più legata all’interno della squadra? E come ti trovi alla Trek-Segafredo, dove sei fresca di rinnovo?

«Mi sono trovata sempre davvero bene con tutte le ragazze. La cosa bella di questa squadra è che rappresenta davvero una famiglia. Ci si vuole bene e si lavora tutte per un unico obiettivo. Questo è il nostro lavoro e si è creata una grande famiglia: le ragazze mi conoscono e hanno capito come prendermi e io allo stesso tempo ho capito come prendere loro. Insieme lavoriamo bene e unite. La Longo Borghini è stata tra virgolette la mia prima maestra: sono arrivata al secondo anno da Elite, praticamente piccolissima, e devo dire che lei è stata davvero fondamentale nella mia crescita all’interno della squadra e mi ha aiutato tanto, mi ha insegnato e mi sta insegnato tuttora tanto. Il rinnovo di due anni, fatto insieme, è qualcosa di grande ed eccezionale. Una fortuna».

Hai seguito il Tour de France e il Giro d’Italia? Pogačar e Geoghegan Hart hanno aperto la nuova frontiera dei giovani: cosa pensi delle loro vittorie?

«Ho seguito sia il Tour che il Giro. Per quanto mi riguarda i vincitori non sono una cosa inaspettata: sono anch’io una giovane e quindi  questi ragazzi li ho sentiti e li conosco da tanto. Vederli passare nei prof e affermarsi è stata un po’ una conferma del nostro pensiero».

Vincenzo Nibali è un grande campione, eccellenza del movimento italiano: ti è capitato di parlargli qualche volta, visto che siete nello stesso team? Se sì, quali spunti o segreti del mestiere ti ha trasmesso?

«Con Nibali l’anno scorso abbiamo fatto un team villing insieme. Lo reputo un grande corridore, un grande campione e una grandissima persona soprattutto. Si vede da come interagisce con i compagni e con la squadra che è proprio un campione in tutto».

“I sacrifici ripagano sempre” e “Con te sembra tutto più semplice”: una persona speciale è entrata da poco nella tua vita. Alessandro Graziani, pallavolista di Serie A3 a Genova. Come vi siete conosciuti e quanto è importante e prezioso per un atleta avere al proprio fianco qualcuno che possa comprendere veramente il valore del lavoro che si nasconde dietro grandi risultati?

«Lui è entrato nella mia vita in un momento molto buio e devo dire che mi ha aiutata tanto e sono quattro mesi che stiamo insieme. Ci conosciamo da cinque mesi e sono sempre più convinta di che tipo di persona ho al mio fianco. Alessandro comprende i sacrifici che faccio nello sport, mi è stato vicino in questo periodo molto negativo e mi sprona ogni giorno ad alzarmi e a fare di più rispetto a quello che magari posso pensare di riuscire a fare: mi dà tantissimi input, mi aiuta tanto a sognare. Quindi è una cosa bellissima aver trovato una persona che mi affianca, mi aiuta e vive con me quelle che sono le emozioni».

Cles culla di talenti: con Andrea Pinamonti, tuo coetaneo, vi conoscete? Avete mai ricevuto premi o riconoscimenti dalla città?

«Con Andrea ci conosciamo e io più che da Cles arrivo da Revò: il comune di Revò mi ha sempre apprezzata e dato tante emozioni. Uno dei posti più calorosi che ho e che mi sostiene anche con un fans club. Mi tifano sempre e in questo momento tutti i revodani mi stanno aspettando».

Diciotto medaglie d’Oro tra Europei e Mondiali: quale ti è rimasta più nel cuore?

«Il primo campionato del mondo della corsa a punti ad Aigle è stata la prima maglia iridata che ho vinto in assoluto e da lì è partita tutta la mia consapevolezza, la voglia di migliorarmi e di rifarmi. Tanto importanti sono anche le medaglie dei mondiali di quest’anno e la medaglia dello scorso anno in pista che sono state un grande input per credere ancora di più al mio grande sogno. Il sogno olimpico».

Spingersi al limite, andare oltre. L’adrenalina delle gare la sfiori ancora, a due passi: qual è il limite che vorresti superare nel 2021, magari alle Olimpiadi di Tokyo, e descrivi in tre parole la sintesi del ciclismo per te.

«A oggi non conosco ancora i miei limiti. Quindi più che superare un limite, non voglio nemmeno conoscerli a oggi. Voglio andare diretta e anche un po’ spensierata con un grande sogno da realizzare. Non voglio neanche pensare a quello che può essere un limite, ma voglio solo creare il mio fisico e cercando di essere sempre un po’ migliore di quello che magari sono. Per me il ciclismo è vita. Mi ha fatto e mi fa crescere. Mi dà emozioni che non pensavo potessero esistere e mi mantiene viva. Dopo questo periodo che ho passato ancora di più. Amo questo sport, amo farlo e per me è tutto. Da piccolina mi chiedevano sempre cosa volevo fare da grande e rispondevo la ciclista professionista: oggi lo sono e ho ancora tante prospettive davanti e tanti sogni da realizzare».