Letizia Paternoster debuttò al Giro delle Fiandre un anno fa: ottantunesima, ma era un’altra persona.
«Stavo attraversando una fase di crescita, partivo da zero e dovevo ritrovarmi. Sono felice di aver fatto quell’esperienza, perché soltanto soffrendo si capiscono i propri limiti e le proprie possibilità».
Che posto occupa il Fiandre nei tuoi sogni?
«La mia classica preferita è sempre stata la Gand, ma proprio lo scorso anno ho capito quanto sia unico il Fiandre. È una giornata epica resa magica dai tantissimi tifosi».
Mercoledì terza alla Dwars door Vlaanderen: hai esultato come se avessi vinto.
«Sì, perché era un pezzo che non provavo certe sensazioni. Forse era la prima volta, in una gara così dura del Nord. E poi è stato un terzo posto ottenuto lottando con le più forti, non andando in fuga alla mattina».
Con quali ambizioni parti oggi?
«Sono serena, motivata e curiosa di capire dove posso arrivare. Io la sera sono contenta solo se ho dato tutto, e magari se raccolgo un bel risultato. Sono molto più ambiziosa di un anno fa».