Applausi per Debusschere, “eroe” del Tour: immola se stesso per salvare Coquard

Il belga Jens Debusschere intervistato al termine della tappa.
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«Vieni con me, se vuoi vivere». Come Schwarzenegger nei panni del Terminator T-800, Jens Debusschere ha teso la mano a un esangue Bryan Coquard, lo ha sollevato di peso e lo ha salvato. In ballo non c’era la vita, ma la permanenza al Tour de France, che per un francese è appena meno importante.

È una storia lontana anni luce dalla lotta per la maglia gialla, anzi è proprio sul versante opposto. Succede che Coquard, velocista della B&B Hotels – Vital Concept, già ottimamente piazzato nei pochi volatoni di questo Tour, si stacca sulle prime salitelle giornaliere. Il ginocchio sinistro lo tormenta da qualche giorno, per via di una caduta, e spingere in salita alimenta il dolore. Affronta la Maddalena come un calvario e affonda inesorabilmente.

Ed è lì che si materializza Terminator-Debusschere, deciso a salvarlo dalla tagliola del fuori tempo massimo. Il belga lo aspetta e se lo mette a ruota, poi si butta in discesa e si spreme nella vallata che separa la Maddalena dal mostro di giornata, il Col de la Loze.

«Ho guardato il maxischermo e ho capito che non ce l’avrei fatta»

È una lotta contro l’orologio: Coquard è forse l’unica speranza della squadra, se si salva può arrivare a Parigi e giocarsi la vittoria sul vialone degli Champs Elysées. Il francese non può dargli nemmeno un cambio, a Debusschere non resta che prendere tanto vento e dare fondo a ogni energia.

Alle prime rampe del Col de la Loze, il belga è sfinito. Offre al francese l’ultima trenata, poi si scansa. Coquard prosegue da solo fino alla vetta. È una specie di thriller intriso di sudore e sofferenza, con l’incubo dei minuti che passano. L’arrivo vittorioso di Lopez definisce il tempo massimo: 37’35”.

A cinque chilometri dalla vetta, Coquard ha 25 minuti a disposizione per mettersi al sicuro. L’ammiraglia lo segue e scandisce i minuti, poi i secondi. A 500 metri dalla fine l’orologio comincia a dare responsi confortanti. Coquard strizza se stesso e termina un minuto e 50 secondi entro il limite.

Dopo l’arrivo si siede e si piega su se stesso: finito. Quando riesce a parlare, racconta del sacrificio di Debusschere.

Il belga arriva dopo, per lui il responso del cronometro è negativo: il suo Tour finisce sul Col de la Loze. Una sconfitta “eroica”: «Io sono fuori, ma Coquard è dentro e sono contento – dice – C’era da fare una scelta, salvare lui o me. Scelta fatta all’istante. Poi sul Col de la Loze volevo restare con lui, ma ero morto. Ho visto su un maxischermo a bordo strada l’arrivo di Lopez, a me mancavano ancora nove chilometri. Ho capito che sarebbe stato molto complicato arrivare nel tempo massimo».

Il tweet che gli ha dedicato la sua squadra è una chiosa quasi commossa a tutta la vicenda: «Le belle storie del Tour si scrivono anche nelle ultime posizioni. In cima al Col de la Loze la B&B Hotels – Vital Concept perde un corridore, ma soprattutto un compagno di squadra dalla devozione senza limiti».