
Il personaggio del mese non può che essere Filippo Ganna, che prima ha messo la sua firma sul Record dell’Ora (56,792 chilometri percorsi!) e poi si è ripreso la maglia di campione del mondo nell’inseguimento individuale battendo Milan in finale e facendo registrare il nuovo miglior tempo (3’59”636, mai nessuno aveva saputo scendere in gara sotto i quattro minuti). L’avvicinamento, le paure, i retroscena, gli accorgimenti tecnici: ecco il grande racconto della sua irripetibile settimana. A Saint-Quentin-en-Yvelines, sede della sfida iridata su pista, l’Italia di Marco Villa fa la voce grossa: le ragazze conquistano uno storico oro nell’inseguimento a squadre, mentre Martina Fidanza ed Elia Viviani confermano di essere i migliori nello scratch e nell’eliminazione. Ma cosa ne pensa Silvio Martinello? Leggete, leggete… Hanno presentato il Giro e il Tour. Tra cronometro e salite leggendarie, lo spettacolo non mancherà di certo. Abbiamo parlato di cosa ci aspetta nel 2023 con Moreno Moser e Michele Bartoli. Quel mondiale ad agosto, tra Boucle e Vuelta, potrebbe costringere molti corridori a rivedere i loro piani. Poco prima che Ganna entrasse nella storia spianando il velodromo di Grenchen, Vincenzo Nibali e Alejandro Valverde davano il loro addio al professionismo sul traguardo del Giro di Lombardia, conquistato ancora da Tadej Pogacar dopo il successo della passata stagione. Ripercorriamo insieme la carriera di due dei campioni più grandi degli ultimi vent’anni. E ancora: un ritratto di Nicolò Buratti, splendido vincitore del Prestigio all’ultimo respiro su Guzzo (tra le squadre ha trionfato la Zalf), e una profonda e sincera intervista con Gibì Baronchelli, uno dei corridori italiani più apprezzati e tifati dal pubblico.
IN COPERTINA
Da Sarri una sberla ai giornali per Ganna
Il timbro sull’Ora per entrare nella storia
Dal Record all’iride settimana da raccontare
Martinello applaude il quartetto che vola
Che Giro ci aspetta? Studiamolo insieme
Il Tour invece va in salita per la gioia dei grimpeur
Buratti e un sogno chiamato Sanremo
Il pugno di Pogacar e la vendetta è servita
Caro Nibali, purtroppo ci dobbiamo salutare
Quasi quasi l’Embatido avrebbe continuato
Baronchelli, una vita misteriosa da scoprire
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