GIRO DONNE / – 9 GIORNI AL VIA. Soraya Paladin: «La squadra mi ha dato fiducia e io sono pronta»

Paladin
Soraya Paladin della Canyon-SRAM Racing (photo Gomez/SprintCyclingAgency©2022)
Tempo di lettura: 2 minuti

Dopo un inizio di stagione tra alti e bassi, per Soraya Paladin è arrivato il momento di passare all’incasso. Al Giro Donne la trevigiana parte con aspettative importanti e senza l’obbligo, almeno all’inizio, di dover lavorare per la squadra visto che Katarzyna Niewiadoma, la leader della Canyon già seconda nella corsa rosa del 2020, ha scelto di puntare tutto sul Tour de France.

Dopo le gare spagnole di fine maggio, Soraya Paladin ha fatto un periodo in altura ed è rientrata al Giro di Svizzera dove ha dimostrato di essere già in ottima condizione conquistando due quinti posti.

«E’ chiaro che voglio fare bene e parto con l’intenzione di togliermi qualche bella soddisfazione – afferma Paladin, 29 anni, che quest’anno è salita sul podio del Trofeo Binda dietro Balsamo e Bertizzolo, ma che nel palmares ha anche un quarto posto alla Liegi del 2019 e due quinti all’Amstel sempre nel 2019 e nel 2021 – Il Giro è una delle gare più importanti della mia stagione e ha un percorso per attaccanti che mi si addice. La squadra mi ha dato fiducia e io sono pronta».

Quali sono le tappe che hai individuato per andare a caccia di un successo?

«Già a partire dalla seconda tappa in Sardegna, quella di Tortolì che ha un tracciato ondulato, ogni occasione è buona. E’ molto bella anche la frazione di Bergamo e quelle in Trentino, naturalmente bisogna vedere come si metterà la corsa».

Chi saranno le altre leader della Canyon/Sram?

«Per le salite puntiamo sulla neozelandese Mikayla Harvey che è stata maglia bianca nel 2020 (e si è piazzata quinta nella classifica finale, ndr), ma avrà spazio anche la svizzera Chabbey. Cercheremo di fare un corsa d’attacco, la formazione del Giro è abbastanza equilibrata, più da fughe, da gara aggressiva…».

Come giudichi il tuo inizio di stagione, dopo l’ottimo 2021 in cui hai fatto parte anche della nazionale di Tokyo?  Ti aspettavi di più, magari nelle classiche del Nord?

«In effetti lo scorso anno ero stata abbastanza presente anche perché non dovevo lavorare per la squadra in quanto io e Sofia Bertizzolo ci spartivamo bene i finali. Sicuramente ero più libera, però è anche vero che non era arrivato un podio WorldTour, che invece ho conquistato quest’anno al Trofeo Binda. Magari non sono arrivati i risultati che avrei voluto, però si sa che quando ci si inserisce in un ambiente nuovo ci vuole un po’ di pazienza…».

E’ pesato il passaggio nella nuova squadra?

«Sapevo che per avere fiducia dovevo dimostrare di sapermi mettere a disposizione delle mie compagne. Ho cercato di far vedere loro che le aiutavo, che potevano fidarsi di me e così gara dopo gara c’è stata questa presa di consapevolezza da parte loro, da parte mia e da parte del team e penso che adesso stia andando tutto in crescita…».

Al Giro Donne dunque reclamerai maggiore libertà di azione…

«Vincere è sempre l’obiettivo principale. Ma non dimentichiamoci che il ciclismo è uno sport di squadra e bisogna che nel team ci sia la giusta armonia. A me non pesa mettermi a disposizione, perché penso che le occasioni si creeranno, sia che vinca io o una mia compagna di squadra».  

Dopo il Giro farai anche il Tour de France?

«Attualmente il Tour non è nei miei programmi. Quest’anno la corsa francese è uno degli appuntamenti più importanti e tutte i team puntano ad andarci con il roster migliore. Io mi farò trovare pronta, poi sarà la squadra a decidere. Certo, il Giro potrebbe essere un trampolino importante…».