Sabrina Landucci ora racconta: “Anni di violenze e di tradimenti. Non denunciavo perché era Cipollini”

E' il 4 giugno del 1997. Mario Cipollini, dopo aver corso la cronometro di Cavalese del Giro d'Italia, vola in elicottero dal Trentino a Lucca dove nella notte è nata la prima figlia Lucrezia. Eccolo con la moglie Sabrina e la piccola Lucrezia.
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Anni di minacce e violenze, secondo quanto stabilito lunedì pomeriggio dal giudice del tribunale di Lucca. Dopo la condanna in primo grado a tre anni di reclusione per maltrattamenti in famiglia, lesioni e stalking, a cui si aggiungono 85mila euro di risarcimento, gli avvocati di Mario Cipollini hanno annunciato che l’ex campione, 55 anni, ricorrerà in appello. Sabrina Landucci, sua moglie dal 1993, madre delle sue due figlie, ha parlato di anni difficili di paura. “Avevo l’assoluta volontà di portare avanti il matrimonio. Ero innamorata di quest’uomo e, sbagliando, sopportavo tradimenti, soprusi e violenze. Mi chiedeva scusa, mi giurava che era cambiato. E io volevo crederci ad ogni costo. Non ero una donna libera”, ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera.

La denuncia di Sabrina Landucci: “Cipollini, anni di violenze”


La signora Landucci consiglia alle donne nella sua situazione di “denunciare subito, invece di aspettare anni come ho fatto io sbagliando. Quando la violenza entra in famiglia ogni speranza è persa”. Sabrina, istruttrice in una palestra di Lucca, sorella di Marco Landucci, ex portiere di Inter e Fiorentina e oggi allenatore in seconda di Massimiliano Allegri, racconta che “ci sono stati più episodi, terribili, e sono fuggita da casa con le figlie più di una volta. Ma ho sempre tentato di riallacciare un rapporto che ormai era irrecuperabile. Poi ho capito che non c’era più niente da fare e nel 2012 mi sono separata”. Dice ancora che non è stato il famoso tradimento del 2005 di Cipollini con la modella Magda Gomes a convincerla a lasciare suo marito, “di tradimenti ce ne sono stati molti e sono stati anch’esse violenze. Non solo fisiche, perché quando gli chiedevo conto di che cosa aveva combinato, lui mi picchiava, ma anche psicologiche. Sono stata denigrata, trattata come un oggetto, insultata davanti ai miei familiari. L’uomo che avevo conosciuto si era trasformato, non era più lui. L’amore era morto, per sempre“.
Sabrina Landucci ha cercato di tenere le figlie il più possibile fuori da questa situazione. E dice di aver trovato il coraggio di denunciare quando ha conosciuto l’avvocata Susana Campione, che le è stata vicino anche come amica in questi lunghi e dolorosi anni. Sabrina non vuole essere un simbolo, ma spera che la sua storia possa aiutare altre donne nella sua situazione. “È stata una battaglia difficile, faticosa, pericolosa. Sono stata colpevolizzata. Quando si denuncia serve un coraggio che duri a lungo. Mi hanno accusato di aver denunciato il mio ex marito solo per soldi e per raggiungere la notorietà”. In realtà, dice, il fatto che Cipollini fosse famoso è stato un deterrente a denunciarlo, almeno al principio. “Non volevo rovinargli la carriera ed è anche per questo che non l’ho denunciato subito. Poi temevo di combattere contro un Golia mediatico e di non essere creduta”.