Talenti che rientrano dai vivai stranieri: l’Italia saprà rilanciarli?

Lorenzo Ursella, ventidue anni, è rientrato in Italia nel 2024 dopo due stagioni complicate nel vivaio della Dsm. Dopo un anno alla Zalf, nel 2025 ha vestito la maglia della Padovani, con cui diventerà elite
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Come segnalavano gli osservatori più acuti già qualche anno fa, il fenomeno degli Under 23 italiani di rientro nei confini nazionali dopo l’esperienza in un vivaio straniero sta assumendo dimensioni sempre più interessanti. Nel 2024 erano stati Lorenzo Ursella e Gabriel Fede a scegliere la Zalf e la Beltrami dopo aver militato rispettivamente nella squadra giovanile della Dsm e della Ag2r. Lo scorso inverno, invece, era toccato ai gemelli Bessega, Tommaso e Gabriele, approdati alla Biesse-Carrera-Premac dopo la dismissione del vivaio dell’allora Polti Kometa, e a Dario Igor Belletta, alla Solme-Olmo per rilanciarsi dopo una misteriosa separazione dalla Visma. Quest’anno i cavalli di ritorno dovrebbero essere due: Samuele Alari, alla Padovani dopo due stagioni amare con la Tudor; e Renato Favero alla Biesse-Carrera-Premac, in cerca di maggiori responsabilità dopo un biennio senza acuti alla Soudal. Chi ha deciso di percorrere il tragitto inverso avrà avuto i suoi buoni motivi: problemi fisici, nostalgie, progetti che non sopravvivono, una competizione europea e mondiale sfrenata che non perdona chi non ha talento o carattere, o almeno fortuna.

I gemelli Bessega passano professionisti con la Polti VisitMalta. Nel 2025 hanno militato nella Biesse-Carrera-Premac ed erano reduci da due stagioni proprio nel vivaio della Polti, poi dismesso (Foto LaPresse)

A infoltire gli organici delle squadre dilettantistiche italiane potrebbe, inoltre, contribuire la probabile interruzione del progetto giovani della Vf Group-Bardiani Csf-Faizanè. L’Unione Ciclistica Internazionale ha introdotto una norma che vieta alle Professional di partecipare alle corse internazionali riservate agli Under 23. In sostanza, i Reverberi non potrebbero più garantire ai loro giovani innesti l’approccio graduale al professionismo che nelle ultime stagioni era stato offerto ai vari Pellizzari, Pinarello, Scalco e Turconi. Chi firmasse con loro, si troverebbe immediatamente a sgomitare nella massima categoria: anche se diciottenne e proveniente dagli juniores. In attesa di un incontro chiarificatore tra Roberto Reverberi e Brent Copeland, team manager della Jayco AlUla e presidente dell’associazione dei team professionistici, il dilettantismo italiano sta riflettendo sulla ricaduta che l’eventuale chiusura del progetto giovani della Vf Group avrebbe sul movimento: riducendo all’osso, gli juniores più promettenti passerebbero professionisti altrove (magari direttamente nel World Tour), e forse soltanto una piccolissima parte di loro preferirebbe una squadra dilettantistica italiana. Nella stessa incertezza della Vf Group c’è anche la Mbh Bank, anch’essa interessata (ma attualmente impossibilitata) a continuare a partecipare a determinate prove internazionali del calendario degli Under 23.

Grazie anche al successo ottenuto a Poggiana, Matteo Scalco passerà professionista con la Xds Astana. Cresciuto nella Vf Group dei Reverberi, ha potuto alternarsi tra gli Under 23 e il professionismo. Percorso che i nuovi volti giovani della squadra italiana potrebbero non ripetere più: l’Unione Ciclistica Internazionale, infatti, ha stabilito che le Professional non possono più partecipare alle internazionali riservate agli Under 23 (Foto Photors)

La norma introdotta dall’Unione Ciclistica Internazionale ha incassato l’apprezzamento del movimento giovanile italiano, convinto così di poter tornare ad ingaggiare corridori più talentuosi e di contare nuovamente qualcosa in ambito internazionale dopo la chiusura del mondiale degli Under 23 ai professionisti. Fermo restando il colpo patito dai Reverberi, che dopo aver sostanzialmente rinunciato ad inseguire i migliori professionisti italiani per motivi economici si vedono ora costretti a rinunciare anche a quegli juniores che alla loro realtà interamente professionistica preferiranno quella di una qualsiasi development straniera, rimane da capire cosa può offrire la maggior parte del dilettantismo nostrano ad un Under 23 di ritorno da un vivaio. Si fa presto ad esultare, a dire te l’avevo detto, a convincersi che adesso il mondo è tornato a girare nel verso giusto, come se all’estero fossero tutti incompetenti e ignoranti da non saper valorizzare il talento (a patto che ci sia, però) dei corridori italiani. Si è fatto presto a tacciare i Reverberi di concorrenza sleale, e invece se dovesse davvero considerarsi terminato il loro progetto mancherà, perché era la sintesi ideale di quello che si doveva chiedere oggi ad un promettente corridore italiano di vent’anni. Il dilettantismo italiano insiste con la sua ideologia patriottica e autarchica, raramente applaudendo il corridore di casa valorizzato dal team straniero e ironizzando, invece, quasi sempre sul ragazzo italiano che rientra a far parte del movimento nazionale dopo un’esperienza insufficiente in giro per l’Europa. Auguriamoci che certi corridori vengano messi nelle migliori condizioni possibili per puntare seriamente al professionismo, e non adoperati per fare incetta di successi e accontentare lo sponsor e il direttore sportivo di turno.