Soprattutto nell’ultima settimana, ma in realtà già da qualche mese, si è parlato molto di Paul Seixas, nuovo prodigio del ciclismo francese, vincitore del Tour de l’Avenir e terzo agli europei di Drôme-Ardèche a 19 anni appena compiuti. Con Julien Jurdie, direttore sportivo della Decathlon-AG2R La Mondiale, abbiamo parlato delle ambizioni del gioiellino francese per Il Lombardia, la sua prima classica monumento in assoluto.
Julien, come sta Paul? È entusiasta per il suo debutto in una monumento?
«Sta molto bene, per lui è un buon momento, è l’ultima gara dell’anno e ottenere un buon risultato oggi è particolarmente importante anche per il suo futuro. Sarà molto importante la prestazione anche del resto della squadra: Paul da solo, senza un adeguato supporto, può fare poco».
Dopo tutta l’attenzione mediatica degli ultimi giorni, è possibile che il francese senta un po’ di pressione?
«No, Paul è davvero molto calmo, il che da un certo punto di vista è anche strano, considerato che ha solo 19 anni. Quando parlo con lui lo vedo sempre tranquillo, senza stress, non so bene come faccia ma è l’atteggiamento perfetto. Si diverte in bici, è forte e adesso gli viene tutto facile»
Per quanto riguarda Il Lombardia, la lunghezza della gara potrebbe essere un problema?
«Non credo. Già durante i mondiali abbiamo visto che può fare bene in una gara lunga; inoltre, grazie alla programmazione perfetta della stagione che abbiamo messo a punto con la squadra, è arrivato molto fresco a questo finale di stagione. I 240 chilometri di oggi, con buone gambe e una buona mentalità, non sono un problema».
Che risultato vi aspettate da Paul?
«Prima sul bus gli ho detto che l’obiettivo è la top ten, bisogna partire ambiziosi anche se è molto giovane. Per me un quinto, un sesto o un settimo posto sarebbero risultati perfetti».
Quale può essere la strategia di oggi?
«Lo svolgimento della corsa sembra abbastanza scritto: la UAE ha gregari fortissimi e sicuramente farà un’andatura molto aggressiva fin dall’inizio. Paul dovrà tenere d’occhio Evenepoel e i due o tre capitani della UAE, e non deve porsi limiti: forse può addirittura riuscire a seguire Pogacar e Remco. Non sarà facile, ovviamente, ma per me è possibile».












