Giro d’Italia, Pogacar: «Più tranquillo nell’ultima settimana? Non si sa mai»

Pogacar
Tadej Pogacar sorridente in maglia rosa (foto: LaPresse).
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Quattro vittorie di tappa, 06’41” di vantaggio sul secondo, quattordici giorni su quindici in maglia rosa, una leadership incontrastata anche nella classifica degli scalatori: questi dati spiegano il dominio di Tadej Pogacar meglio di qualunque aggettivo iperbolico. Sarebbe scontato dire che lo sloveno arriva all’ultima settimana con il Giro d’Italia in pugno: piuttosto, le domande più ricorrenti nella conferenza stampa del giorno di riposo riguardano la condotta di gara della maglia rosa dei prossimi giorni. Al Tour de France 2021, Pogacar dopo quindici tappe aveva un vantaggio più che rassicurante sul secondo in classifica (Uran a 05’18”) ma aveva vinto solo una tappa (peraltro a cronometro) e, quindi, nell’ultima settimana fece lavorare la squadra per tenere a tiro le fughe andando così a conquistare due prestigiosi traguardi pirenaici. Quest’anno la situazione è diversa: Tadej in questo Giro ha già lasciato quattro sigilli (e che sigilli), e con la Grande Boucle all’orizzonte potrebbe quindi correre in modo più tranquillo, limitandosi a controllare gli attacchi dei rivali e lasciando le tappe agli attaccanti della prima ora.

Pogacar, però, non assicura niente: «È vero che abbiamo un ottimo vantaggio in classifica, e quindi potremo forse permetterci di spendere meno energie, vedremo anche come starà la squadra. Probabilmente sarà possibile correre in modo più tranquillo ma non si sa mai, ci sono ancora sei giorni, vediamo cosa ci riserva quest’ultima settimana. Speriamo solo che sia bel tempo e andiamo avanti giorno dopo giorno, non ho ancora guardato i dettagli delle tappe ma per esempio quella del Grappa mi sembra molto dura. Prima di pensare al Tour devo finire il Giro: da domenica prossima, poi, sarò focalizzato al 110% sulla Grande Boucle e, dopo un po’ di riposo, andrò in altura per prepararla al meglio».

Lo sloveno si è poi nuovamente soffermato sull’impresa del Mottolino: «A livello di sensazioni, direi che è stata una delle mie tre migliori prestazioni in alta montagna, mentre in generale è difficile da dire. Sinceramente non la definirei è una delle mie migliori vittorie, diciamo che è stato sicuramente bello essendo la tappa regina, ma ho vinto anche il Tour, ho vinto classiche monumento, è difficile scegliere. Ovviamente, comunque, sono molto contento e orgoglioso di come sono andate le cose ieri».

Pogacar ha voluto inoltre sottolineare l’importanza dei tifosi a bordo strada in tappe come quella di ieri: «I fan sono una parte essenziale di questo sport, nessuno di noi sarebbe qui senza di loro. Anche ieri c’erano persone che urlavano il mio nome per oltre 200 chilometri: ti danno sempre una motivazione extra, una grande carica, e allora sei portato a spingere al limite». Altro elemento fondamentale nella tappa del Mottolino è stato Rafal Majka: «A volte scherzando dico che vedo più lui rispetto alla mia fidanzata o alla mia famiglia. In gara non c’è quasi bisogno di parlare perché comunichiamo già con il linguaggio del corpo: è normale, quando conosci qualcuno così bene».

Infine, allo sloveno è stato chiesto se si sente nel miglior momento della sua carriera. «Sicuramente è uno dei migliori – ha sottolineato Pogacarma direi che il miglior momento della carriera è quando vinci il Tour de France. Intanto aspettiamo la prossima settimana, e poi anche nei prossimi anni vedremo come si “posiziona” questa vittoria, se vittoria sarà, all’interno del mio palmares».