Liegi-Bastogne-Liegi, Pogacar: «Io favorito? Forse sì, ma Van der Poel può fare di tutto»

Pogacar
Tadej Pogacar alla conferenza stampa della Liegi-Bastogne-Liegi
Tempo di lettura: 3 minuti

Meno due alla Liegi-Bastogne-Liegi numero centodieci. È il giorno della conferenza stampa di Tadej Pogacar, che la Doyenne l’ha conquistata nel 2021. È lui, insieme all’iridato Van der Poel, il grande favorito di domenica.

Tadej, fino a dove può arrivare Van der Poel domenica?

«La Liegi è più per scalatori come me, ma Mathieu è fortissimo, duttile e in grande forma. Può succedere di tutto, è una delle gare più dure dell’anno».

Ti stupiscono le sue prestazioni?

«È incredibile quello che riesce a fare ogni stagione, quest’anno addirittura con la maglia iridata».

Correre contro di lui può considerarsi divertente?

«Non proprio, è una sofferenza. Diciamo che è stimolante, ecco».

Che idea ti sei fatto del brutto incidente dei Paesi Baschi che ha coinvolto Roglic, Vingegaard ed Evenepoel?

«Uno dei peggiori che abbia mai visto in televisione. Erano fermi a terra, una brutta scena».

Cosa si può fare?

«Gli incidenti ci sono sempre stati. Andiamo sempre più veloci, i nostri corpi e i nostri mezzi si spingono sempre di più al limite. Non bastano le ricognizioni o le riunioni, quando si è in gruppo cambia tutto».

Ma la responsabilità è anche dei corridori.

«Certo, anzi, spesso lo è. È inutile lamentarsi e poi continuare con manovre azzardate».

Quanto ti costa saltare certi appuntamenti in favore di altri?

«Ad Amstel e Fiandre mi sarebbe piaciuto esserci, ad esempio, ma voglio essere più fresco possibile per il Giro e il Tour. È un programma condiviso con la squadra in cui credo ciecamente».

Credi che Vingegaard sarà in forma al Tour?

«Il corpo ha bisogno di tempo per recuperare, anche se la testa vorrebbe spingersi oltre certi limiti. Spero che tutti i coinvolti possano recuperare al meglio e che siano alla partenza del Tour al massimo della forma. Voglio che Jonas sia al Tour al meglio, voglio sfidarlo, è il miglior scalatore al mondo».

Come ci si comporta sapendo di dover correre per vincere Giro e Tour nella stessa stagione?

«Vorrei competere in tutte le gare, Giro e Tour li volevo fare già prima. Amo correre in Italia e mi piace l’idea che il Giro finisca a Roma. L’obiettivo è concludere la corsa rosa con una certa serenità fisica e mentale, altrimenti è dura prepararsi per il Tour».

Ti piace più il Lombardia o più la Liegi?

«Il Lombardia mi si adatta molto bene, direi, ma forse preferisco la Liegi. L’ho vinta nel 2021, ero ancora giovanissimo».

Tu e Mathieu vi muoverete da lontano?

«Le salite più dure sono nella seconda metà di gara, non credo che ci muoveremo troppo presto».

Ti sarebbe piaciuto condividere qualche pressione con Evenepoel?

«Lo avrei voluto al via, ha vinto le ultime due edizioni, un testa a testa su queste strade sarebbe stato bello. Quando tutti i migliori sono al via, mi sento più motivato».

Chi potrebbe aggiungersi alla contesa, oltre a te e Van der Poel?

«Chi ha finito tra i primi dieci l’Amstel e la Freccia si farà vedere di nuovo. Pensavo che mercoledì vincesse Skjelmose, sta molto bene. Mi è dispiaciuto vederlo sofferente, sono sicuro che domenica sarà tra i protagonisti».

Potresti aiutare a vincere un tuo compagno come, ad esempio, Hirschi? Van der Poel lo ha fatto con Philipsen alla Sanremo.

«Se posso aiutare Hirschi a vincere, perché no? Per me questa squadra è come una famiglia. E Van der Poel alla Sanremo non ha sbagliato praticamente niente».

Vincere le cinque classiche monumento ti interessa?

«Sì, ne parlo anche con la squadra. Alla Sanremo mi ci avvicino anno dopo anno, alla Roubaix mi ci vedo bene ma è dura. Ma sicuramente vincere le cinque monumento è una sfida che mi interessa».