Freccia Vallone, Fermo Camellini il primo italiano a interrompere l’egemonia dei belgi

Camellini
Fermo Camellini è stato il primo vincitore italiano e non belga della Freccia Vallone
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Fu un emigrato reggiano il primo italiano a vincere la Freccia Vallone. Accadde nel 1948, quando Fermo Camellini beffò i belgi, grandi favoriti, spezzando un’egemonia che durava da dodici anni. Già, perché l’ormai trentatreenne portacolori della Métropole-Dunlop fu non solo il primo nostro connazionale ad aggiudicarsi la Flèche, ma anche il primo vincitore non belga. Gli atleti di casa, più fiamminghi che valloni ad onor del vero, s’erano imposti in tutte le precedenti edizioni e si erano presentati al via con la certezza di giocarsi in famiglia anche quella del ’48. L’uomo da battere era Brik Schotte, che pochi giorni prima aveva vinto il Giro delle Fiandre. Schotte avrebbe poi conquistato quell’anno il titolo mondiale (bissato nel ’50) e a fine carriera sarebbe diventato direttore sportivo di tanti campioni, da Van Looy a De Vlaeminck, da Maertens a Godefroot, da Kelly a Zoetemelk. 

Fermo Camellini, vinse la Freccia Vallone tre mesi prima di assumere la nazionalità francese. Era nato nel 1914 a Pratissolo di Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, e quando aveva sette anni lasciò la Pianura Padana con la famiglia trasferendosi in Costa Azzurra, a Beaulieu-sur-Mer. Per il suo lavoro di idraulico si spostava spesso in bicicletta e si appassionò al ciclismo. Ottenne buoni risultati nelle categorie minori e nel 1937 passò professionista. Prima della Freccia Vallone vinse brillantemente la Parigi-Nizza (1946) e un paio di tappe al Tour de France del ’47. Nel 1948 correva per la Métropole-Dunlop e tra i compagni di squadra aveva Raphael Geminini, Guy Lapébie, Giuseppe Tacca e il fratello Guerrino Camellini. Un mese prima del successo alla Flèche fu 3° alla Milano-Sanremo 1948 dietro a Coppi e Rossello. 

Gli italiani, in verità, non salirono in Belgio con timori reverenziali e diedero battaglia fin dalle prime battute della corsa, disputata su un percorso molto selettivo sferzato di frequente dal vento, con partenza da Charleroi e arrivo a Liegi. Il primo ad attaccare fu Michele Motta, ma venne rapidamente ripreso. Fu poi il modenese Gildo Monari, in vista di Philippeville, a promuovere una nuova offensiva. Alla sua ruota si agganciarono i francesi Caput e Beyens, i belgi Dupont e Demmers e altri due italiani, Covolo e Camellini. I sette fuggitivi guadagnarono in breve un cospicuo vantaggio, ma vennero poi riassorbiti. 

Nel finale spaccagambe, in cui si susseguivano le côtes (Vecquée, Malchamps, Mont e Forges), prendono il largo in quattro: il controllatissimo Schotte, il suo connazionale Beeckman, il francese Lauk e di nuovo Camellini. Sulla Côte des Forges, Schotte, convinto di avere in mano la corsa, sferra un deciso attacco. Il solo a resistergli è Camellini, che, anzi, rilancia e stacca il favorito. Fa il vuoto. Gli inseguitori, esausti, non riescono ad organizzarsi e il vantaggio lievita rapidamente. A Verviers, 32 chilometri dal traguardo, il fuggitivo ha già quattro minuti.

Giungerà a Liegi a mani alzate con 3’16” su Brik Schotte, che, mortificato, coi denti riesce a strappare un secondo posto di ripiego davanti a Beeckman, più distante Lauk. A 5’44” arriva un folto plotone che comprende un altro italiano emigrato in Belgio, Pino Cerami, che finisce nono. A 11’31” arriva Fiorenzo Magni, che a 28 anni non era ancora diventato il Leone delle Fiandre. Quindici giorni prima aveva colto un bel 5° posto alla Parigi-Roubaix, ma era poi stato costretto al ritiro proprio nella Ronde. Sei settimane dopo, però, vincerà il suo primo Giro d’Italia e dal 1949 al ’51 realizzerà un indimenticabile tris proprio al Giro delle Fiandre. 

Dopo Camellini altri ciclisti italiani sono riusciti a vincere la Freccia Vallone: Fausto Coppi (1950), Roberto Poggiali (’65), Michele Dancelli (’66), Francesco Moser (’77), Giuseppe Saronni (’80), Mario Beccia (’82), Moreno Argentin (1990, ’91 e ’94), Giorgio Furlan (’92), Maurizio Fondriest (’93), Michele Bartoli (’99), Francesco Casagrande (2000), Davide Rebellin (2004, ’07 e ’09) e Danilo Di Luca (2005).

Ordine d’arrivo: 1. Fermo Camellini (Ita, Métropole-Dunlop) km 234 in 6h46’06” media 34.573 kmh; 2. Alberic Schotte (Bel, Alcyon-Dunlop) a 3’16”; 3. Camille Beeckman (Bel; Rocher-Dunlop); 4. Lucien Lauk (Fra; Métropole-Dunlop) a 3’37”; 5. Adolphe Verschueren (Bel; Mercier-Hutchinson) a 5’44”; 6. Mollin (Bel); 7. A. Buysse (Bel); 8. Buyl (Bel); 9. Cerami (Ita); 10. Ramon (Bel); 11. Stadsbader (Bel); 12. Dupont (Bel); 13. Minnaert (Bel); 14. S. Maes (Bel); 15. Ryckers (Bel). Seguono: 21. L. Maggini a 9’14”; 27. Monari a 11’31”; 28. F. Magni; 31. Cottur a 19’00”; 33. Cecchi; 34. De Santi; 42. Malabrocca a 30’36”; 45. Vicini a 47’04”; 46. Moscardini. Partiti 125, arrivati 46.