Tour of the Alps, Tiberi: «Ho fatto la ricognizione della prima tappa ed è più dura di quanto pensassi»

Tiberi
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L’ultimo italiano ad aver vinto questa corsa è stato Vincenzo Nibali. Era il 2013 e Antonio Tiberi lo poteva giusto guardare dalla televisione e tifarlo. Adesso al Tour of the Alps c’è lui e inevitabilmente tutti gli occhi gli puntano addosso. «Questa corsa è un trampolino di lancio per i giovani e io sono qui per dimostrare che è ancora possibile portare l’Italia in alto nelle classifiche generali» dice il laziale.

Tiberi ha preso giusto l’altro giorno un aereo che dalle Canarie lo hanno riportato in Italia. «Questa è la gara in cui rientro dopo un periodo in altura. Ora punto ad essere il migliore. L’obiettivo? Emulare Pogacar: a volte è questione di natura, ma ci metterò comunque tutto me stesso».

Tuttavia non si tratta del debutto di Tiberi al Tour of the Alps: aveva già partecipato con l’allora Trek Segafredo, ma la Bahrain Victorious – è da dirlo – vince una tappa o finisce sul podio con continuità dal 2018. Antonio porterà avanti questa tradizione? «Io sarei contento e fiducioso per il futuro se finissi il Tour of the Alps sul podio. Poi se dovessi vincere anche una tappa ancora meglio. Io sarò il capitano e Wout Poels il co-leader. Sarà una bella prova in vista del Giro d’Italia».

La vigilia del via del Tour of the Alps è stato il momento giusto per fare una ricognizione della tappa inaugurale che da Egna porterà il gruppo fino a Cortina sulla Strada del Vino. Provandola Tiberi ha notato di non essersi reso conto prima di quanto dura fosse la salita. «Bisognerà dare il meglio di se stessi già dalla prima tappa: ho fatto la ricognizione e non è come me l’aspettavo».