Coppi e Bartali, una vetrina sul futuro: De Pretto cresce e la Jayco se lo coccola

De Pretto
Davide De Pretto in azione alla Volta a la Comunitat Valenciana
Tempo di lettura: 2 minuti

Come spesso accade la Settimana Coppi e Bartali è l’occasione per dare uno sguardo ai giovani talenti del ciclismo italiano e non solo. Ricordate quando Jonas Vingegaard nel 2021 vinse due tappe e la classifica generale? Stava spiccando il volo e sulle strade della Romagna mostrava tutto il suo talento. Quattro mesi dopo saliva sul podio del Tour de France.
Probabilmente trovare il nuovo Vingegaard è piuttosto complicato, perché di talenti simili ne crescono uno ogni venti anni, ma qualcosa di interessante questa edizione della corsa ce l’ha mostrato. Togliendo il vincitore Koen Bouwman, già scalatore affermato, tanto da aver vinto la maglia azzurra al Giro d’Italia, hanno lasciato il segno corridori come il tedesco Marco Brenner, l’irlandese Archie Ryan e il belga Jenno Berckmoes.
L’Italia ha festeggiato solo il successo di tappa di Diego Ulissi, non proprio un giovane, ma ha potuto apprezzare la costanza di rendimento del giovanissimo Davide De Pretto. Sesto a Pesaro, secondo a Sogliano, ancora sesto a Riccione, quinto a Brisighella e terzo a Forlì. Sempre tra i primissimi, sempre a lottare per il successo, tanto che nella generale ha chiuso al quarto posto.

Classe 2002 di Thiene, in Veneto, De Pretto è passato professionista con la Jayco-AlUla quest’anno dopo due stagioni alla Zalf e una alla Beltrami. Di lui ne hanno sempre parlato molto bene, soprattutto per i grandi margini di crescita che un corridore come lui può avere. Da dilettante infatti ha corso molto poco all’estero e di corse a tappe se ne contano sulle dita di una mano. Per questo motivo vederlo così pimpante al suo primo anno tra i grandi non può che far felice la sua squadra e il general manager Brent Copeland.
«Quello che mi ha sorpreso di più di Davide è il suo modo di approcciare il professionismo – racconta Copeland – Ha tantissima voglia di imparare e si è messo fin dal primo giorno ad ascoltare i consigli dei compagni più grandi e dei membri dello staff. Mi ha colpito molto la sua Milano-Sanremo. Una corsa di 300 chilometri con il meglio del ciclismo internazionale al via. Lui sul Poggio era davanti con Matthews e al traguardo ha chiuso nel gruppo subito dietro quello dei primi».

Ma sono tanti i piazzamenti ottenuti in questa stagione, da quelli alla Volta Valenciana alla Coppi e Bartali, passando per quelli in Oman. Manca solamente la vittoria. «Ma arriverà, ne sono sicuro – dice ancora Copeland – Sta lavorando molto bene ed è sempre lì a giocarsela. La squadra ha tanta fiducia in lui e non gli mette alcuna pressione. È giovanissimo e può crescere ancora sotto tutti i punti di vista. Vedrete, il suo momento arriverà».