Milano-Sanremo, Cancellara: «È come una bottiglia di champagne, non sai quando esplode»

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Fabian Cancellara, team manager della Tudor Pro Cycling (foto: fornita Tudor)
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«La corsa più difficile del mondo», la chiama Fabian Cancellara. Quando vinse la Milano-Sanremo nel 2008, aveva già vinto la prima delle sue tre Roubaix, due mondiali a cronometro (2006 e 2007) e veniva da una trionfale campagna in Italia in cui aveva portato a casa la Strade Bianche (la prima di tre) e la Tirreno-Adriatico. «Sognavo di farlo», disse piangendo sul traguardo di Sanremo dopo che aveva salutato la compagnia due chilometri prima e aver fatto una crono incontro alla gloria. Oggi Fabian è il proprietario della Tudor Pro Cycling, bella realtà del ciclismo europeo che ha da poco ottenuto il primo successo nel World Tour con Arvid de Kleijn, alla Parigi-Nizza. Non sarà a Pavia, per la partenza, e neanche al traguardo di Sanremo. «Mi sono rotto un piede, ho le stampelle». Però col cuore non sarà molto lontano.

Fabian, chi vince questa Milano-Sanremo?

«Forse il più furbo, dico furbo in senso buono, perché la Sanremo è la corsa più difficile da interpretare. Tatticamente può succedere di tutto. Dalla volata di gruppo, a un piccolo gruppo di attaccanti. Mi piacerebbe un giorno vedere ancora qualcuno partire dalla Cipressa ma sarà dura perché più veloci di così non si può andare. È proprio difficile dire chi vincerà, sono onesto. Non è che non voglio dirlo, è proprio che non lo so. Come sempre alla Sanremo».

Si può vincere al debutto, alla prima corsa dell’anno? Van der Poel ci proverà.

«Sì, sì, si può fare tutto. Si possono fare 80 chilometri da soli, si può vincere la Sanremo come prima corsa all’anno. Oggi tutte le carte sono sul tavolo».

Tanti pensano che dopo quello che ha fatto a Siena, Pogacar potrebbe anche andare via sulla Cipressa questa volta.

«No, io non lo penso. Però nel ciclismo di oggi ci possono sempre essere sorprese».

Finora la Sanremo è sempre sfuggita a Pogacar. Ha sbagliato a lavorare troppo?

«Sì, perché magari la voleva troppo. Più fai questi numeri, più gli altri ti guardano. Marcheranno tutti lui. Però la Sanremo è diversa dalla Strade Bianche, dal Fiandre e da tutto il resto. Forse se avessero modificato il percorso aggiungendo Le Manie poteva cambiare tutto. Ma in questa corsa può sempre succedere qualunque cosa. La Sanremo è come una bottiglia di champagne, non puoi sapere quando esplode. Il bello è questo».

Van der Poel ha detto che avrà un vantaggio, perché lui l’ha già vinta.

«Certo, ha ragione. Però la vuole vincere di nuovo, perché se no non sarebbe alla partenza».

Se tu dovessi fare un nome fuori dai soliti?

«Troppo difficile. Certo, posso sperare in Trentin, in Mayrhofer, ci sono corridori nostri che hanno il potenziale di farlo. Ma Via Roma è via Roma, saranno tutti là. Anche Mads Pedersen».