Van Eetvelt, le corse a tappe nel sangue: il Belgio sogna un altro Evenepoel

Van Eetvelt
Lennert Van Eetvelt all'attacco sul Jebel Hafeet, ultima salita dell'UAE Tour 2024 (foto: SprintCyclingAgency)
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Primoz Roglic, Adam Yates, Tadej Pogacar per due volte consecutive, Remco Evenepoel e… Lennert Van Eetvelt. A chi non segue assiduamente il ciclismo dilettantistico, probabilmente il nome del vincitore dell’ultimo UAE Tour, che si unisce a un albo d’oro di tutto rispetto, non stuzzica chissà quali emozioni. È normale che sia così, si tratta solamente del suo secondo anno da professionista e con i suoi 22 anni dietro di sé ha ancora pochissima esperienza.

Quando però in una corsa di sette giorni riesci a vincere sul Jebel Hafeet, salita di quasi undici chilometri al 6,7% di pendenza media, e a trionfare anche nella classifica generale, allora qualcosa vorrà pur dire. Se poi in classifica è stato capace di mettersi dietro corridori come Ben O’Connor, già quarto in un Tour de France e Pello Bilbao, la cosa assume ancora più valore.

Su Van Eetvelt c’è sempre stato molto interesse. Ha fatto molto bene nelle categorie giovanili, ma non è mai stato considerato un fenomeno al pari del connazionale Remco Evenepoel e nella scia delle nuove leve Cian Uijtdebroeks veniva maggiormente considerato.

Van Eetvelt: le corse a tappe nel sangue

La consacrazione è arrivata nel 2022, al suo ultimo anno da dilettante tra le fila della Lotto-Dstny Development. Secondo alla Liegi-Bastogne-Liegi di categoria, secondo alla Freccia Ardennese, secondo al GP Vermarck Sport, vittoria di tappa e classifica generale alla Corsa della Pace, tappa sul Colle Fauniera e seconda posizione nella generale del Giro d’Italia U23, ancora secondo al Tour Alsace.

Risultati ottimi che gli hanno permesso di salire nel team Professional e iniziare a muovere i primi passi tra i professionisti. Sembra quasi che Van Eetvelt si trovi meglio con i “grandi” che con i “piccoli”. Forse per il suo fisico molto importante oppure per il suo coraggio, che molto spesso premia. È chiaro che nel suo futuro ci siano le corse a tappe, come lui stesso ha spiegato.

«Penso di poter diventare un buon corridore da grandi Giri, la mia ambizione è quella, anche se sto ancora imparando a conoscermi. Mi sono concentrato questo inverno sulle salite più lunghe, lavorando meno sull’esplosività, che mi ha sempre caratterizzato. Sarà interessante capire fin dove potrò spingermi».

Visti gli ottimi risultati ottenuti al Giro d’Italia tra gli Under 23, Van Eetvelt molto probabilmente sperava quest’anno di debuttare alla corsa rosa, ma la sua Lotto-Dstny ha rifiutato l’invito. Non correrà il Tour de France, ma tornerà alla Vuelta di Spagna, dove lo scorso anno ha già fatto vedere cose interessanti.

Ottavo a Barcellona, terzo a Larra-Belagua e quarto a Guadarrama, questi ultimi due risultati ottenuti andando in fuga. La sua squadra spera di vederlo competitivo in classifica generale già da quest’anno, lui però non si mette fretta: vuole procedere per gradi. Sabato c’è la Strade Bianche e nella sua testa, in questo momento, ci sono solo le crete senesi.

Il programma del belga? Volta Ciclistica a Catalunya, Gran Premio Miguel Indurain, Freccia Vallone, Liegi-Bastogne-Liegi, Giro di Svizzera e Giro di Romandia.