Menghini rompe il ghiaccio alla Firenze-Empoli: «A Rosola ho già chiesto consigli sugli sprint»

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Alessio Menghini, al debutto con la General Store, vince la volata della Firenze-Empoli 2024 (crediti Fruzzetti)
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Approdato alla General Store, Alessio Menghini ha trovato una figura a cui poter chiedere qualche consiglio sull’impostazione e sull’esecuzione delle volate: Paolo Rosola, che grazie al suo spunto veloce ha vinto dodici tappe del Giro d’Italia tra il 1981 e il 1988. Si potrebbe dire che qualche effetto sembrano averlo sortito, vista l’autorevolezza con cui il friulano ha conquistato la Firenze-Empoli sabato scorso: il suo primo successo tra i dilettanti.

«Per me è un piacere essere entrato in una continental che ha un direttore sportivo come Rosola – dice Menghini – Per la vittoria di sabato devo ringraziare i miei compagni, sullo strappo delle Casette ha fatto un lavoro splendido Cirlincione nel tenermi davanti. Io ho battezzato la ruota di Baseggio e sono partito dopo di lui. Iniziare così con la nuova maglia della General Store è davvero soddisfacente. Quando si sono fatti avanti con la loro proposta, sinceramente non me la sono sentita di rifiutare».

Perché hai deciso di lasciare la Solme-Olmo?

«Per quanto riguarda la mia vecchia squadra, posso solo ringraziare per le opportunità che mi sono state offerte».

Ma la stagione passata alla Solme-Olmo rimane comunque buona, considerando che eri al debutto tra i dilettanti e che hai compiuto diciannove anni soltanto il tre dicembre.

«Sono il primo ad essere soddisfatto. Non pensavo di raccogliere certi piazzamenti come il nono posto alla Popolarissima e nella terza tappa del Giro, e l’ottavo all’Adria Mobil e alla Vicenza-Bionde. Sono soddisfatto di come mi sono comportato in volata, ho un paio di rimpianti legati ad altri frangenti di gara ma niente di drammatico».

A cosa ti riferisci?

«Intanto al podio di Sommacampagna, terzo dietro a Rocchetta e Baseggio della Trevigiani. Quel giorno mi sentivo davvero bene e forse avrei potuto raccogliere qualcosa di più. L’altro rimpianto è aver vestito per un giorno soltanto la maglia bianca di miglior giovane del Giro del Friuli: ho provato a difenderla con le unghie e con i denti ma non ci sono riuscito, e sinceramente ci sono rimasto male».

Paolo Rosola, ex professionista e diesse della General Store.

Ti sei sempre reputato un corridore abbastanza resistente nonostante la stazza imponente, 1,82 per 70 chili: alla Firenze-Empoli hai incassato segnali rincuoranti.

«Sì, già lo scorso anno mi ero stupito. Ho affrontato un bel calendario di gare, non c’è che dire. Quando non erano adatte alle mie caratteristiche mi sono messo a disposizione dei compagni di squadra e non ho sfigurato: penso alle classiche venete d’aprile e a Capodarco, ad esempio. Se le salite non sono lunghe, stringendo i denti riesco a difendermi».

A quali gare punterai?

«Sinceramente non punto a vincere una corsa più di altre. Parteciperò alla Popolarissima e ad alcune prove subito al di là del confine, in Slovenia, e spero di poter dire la mia. L’anno scorso, nonostante la maturità allo scientifico, mi sono districato con buoni risultati, e quindi ho deciso di iscrivermi ad  Ingegneria Meccanica: è una triennale abbastanza esigente, ma organizzandomi a dovere conto di riuscire a rimanere in pari. Mi aspetta una stagione impegnativa, ma sono pronto».

In volata dovrai cavartela da solo o conti sul supporto di alcuni compagni di squadra?

«Secondo me ci sono diversi corridori che mi assomigliano: robusti, potenti, abbastanza veloci. Penso a Peschi, a Pezzo Rosola, a Cocca. Dovremo capire come gestirci e come dividerci, ma c’è il materiale non dico per allestire un treno, ma per darsi una mano a vicenda nei finali di gara sì. Lo abbiamo già dimostrato, no?».