TotalEnergies in crisi: «Non cadremo nella trappola dei punti UCI»

Manzin
Lorrenzo Manzin, 29enne francese della TotalEnergies (credit: @totalenergies)
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Tira una brutta aria dalle parti della TotalEnergies. Dopo l’addio di Peter Sagan, il team francese non è mai riuscito a rialzarsi e a ottenere vittorie importanti. Superata lo scorso anno da Lotto-Dstny e Israel-ProTech nella classifica UCI delle squadre di seconda divisione, ha perso il diritto di essere automaticamente invitata agli eventi WorldTour e rischia così di essere tagliata fuori da tutti gli impegni più importanti del calendario. Milano-Sanremo, E3 Saxo Classic, Giro delle Fiandre e Critérium du Dauphiné hanno già preferito altre candidature, per esempio.

«Abbiamo avuto il pass gratuito negli ultimi anni. Ora siamo soggetti alla buona volontà degli organizzatori» spiega uno dei corridori di punta, Anthony Turgis, a cui «fa male» vedere la propria squadra sgomitare per un invito. «Fa parte del gioco» ammette invece il compagno Fabien Grellier. «Siamo invitati ad alcune gare e non ad altre. È un peccato, ma ci sono già state altre stagioni in cui non abbiamo fatto il Delfinato. Abbiamo una buona squadra per le Classiche, quindi è frustrante, ma avremo altre gare e cercheremo di fare bene lì».

Come fare per tornare a essere competitivi a livello World Tour? Di certo i direttori e il resto dello staff non si pongono come unico obiettivo la conquista dei punti UCI, almeno per ora. «È ovviamente una delusione non essere presi a Sanremo o nelle Fiandre, ma bisogna sapere come riprendersi. Corriamo per vincere. In caso di arrivo in massa, non faremo ciascuno il proprio sprint per segnare piccoli punti. Siamo solo all’inizio della stagione. Sappiamo che la ruota girerà» assicura a «DirectVelo» Dominique Arnould, ds del team da quasi vent’anni. Dello stesso parere anche Sandy Dujardin, uno degli ultimi acquisti della TotalEnergies: «L’obiettivo è innanzitutto fare risultati, senza parlare di punti. Se ottieni risultati, otterrai automaticamente punti. Ma ovviamente ci pensiamo un po’, anche se non possiamo rimanere concentrati su questo, altrimenti non funzionerà».

Niente panico, dunque. Secondo Grellier, è importante che la missione del team non si riduca a una mera questione di punti, perché ne andrebbe della loro identità. «Molte volte, molte stagioni, abbiamo corso pensando ai punti UCI. Ma abbiamo visto che tutto può cambiare proprio a fine stagione. In ogni caso, guardando la scala… È normale che una vittoria a Bessèges porti 14 punti, con un livello così alto in gara? La scala deve essere rivista. E poi, in ogni caso, non dobbiamo pensare troppo ai punti perché poi non si corre più, non si prendono le fughe, si rimane stereotipati… La nostra identità è attaccare così come siamo. Tour de France con Pierre (Latour, ndr) o Mathieu (Burgaudeau, ndr)».

Il primo successo stagionale è arrivato al Tour du Rwanda, grazie alla vittoria di Pierre Latour alla cronometro della quinta tappa. Basterà a dare sufficiente morale agli uomini di Jean-René Bernaudeau?