Turchetti svela: «La Gallina fa un passo indietro e non sarà più continental»

Cesare Turchetti coi suoi ragazzi al Giro d'Italia Under 23 del 2022. Alla sua destra si riconosce Walter Calzoni, dalla passata stagione professionista della Q36.5
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Cesare Turchetti, team manager della Gallina Lucchini Ecotek, vuole ripartire da zero. «Di tutti gli anni di esperienza che ho alle spalle, nessuno è mai stato deludente come il 2023. Certo, ci sono anni in cui va meglio e altri in cui va peggio, ma la mia squadra ha sempre ottenuto una media di 10 o 12 vittorie l’anno. La scorsa stagione ne abbiamo portate a casa due. Non deve capitare mai più».

Che motivazione si può dare a questa situazione? Vi siete fatti un’idea?

«Primo di tutto mi assumo una parte di responsabilità perché non stavo bene e quindi non sono potuto essere molto presente per i ragazzi. Quando vedono che manca una figura che li segue, li capisco, si demotivano. In secondo luogo, la squadra era troppo giovane e inesperta: con quei ragazzi bisogna lavorare tanto per ottenere qualcosa».

Come pensate di risolvere per il 2024?

«Abbiamo dovuto fare un passo indietro. Punteremo più sulle gare regionali, dove magari la qualità è più bassa ma se i ragazzi vincono si motivano. E poi non faremo più una squadra continental: con il 2022 ero convinto che avremmo potuto raccogliere qualcosa di buono e invece mi sbagliavo».

È solo questo il motivo?

«Il problema è anche il budget: al momento non ho la possibilità di proporre ai ragazzi un calendario internazionale con i professionisti. Anche perché, cosa cambierebbe? Portare una squadra lontano senza possibilità di risultato è inutile. Quindi ho deciso di fare un passo indietro e iniziare a conquistare almeno le gare regionali».

Una delle poche soddisfazioni della passata stagione: il successo di Domenico Cirlincione a Gambassi Terme, nel Gp Colline Chianti d’Elsa. Da quest’anno, Cirlincione milita nella General Store (Foto: Gallina)

Guardando in un’ottica futura, la Gallina può tornare tra le continental?

«Ultimamente si sono avvicinati due sponsor importanti: un ex corridore che mi dà buone speranze e una grossa azienda. Io ci spero ancora ovviamente, ma se devo fare una continental la voglio fare fatta bene, come è la Beltrami: quello è il mio esempio. Per arrivare anche solo al calendario che hanno loro bisogna anche avere le risorse adeguate: ora sono riuscito ad avere un meccanico fisso, un bravo ragazzo giovane, quello che mi manca ancora è un massaggiatore. Ma appena ho tutto io domani sono pronto a fare la continental».

Intanto per il 2024 è pronta una squadra praticamente del tutto nuova.

«Ho preferito puntare su ragazzi che abbiano più esperienza: ho formato un bel gruppo motivato e ambizioso. In squadra abbiamo rinnovato solo Davide Basso e Mattia Piccini. A loro si aggiungono cinque elite che sono Andrea Berzi, Elia Menegale, Carlo Favretto, Simone Piccolo e Marco Trevisiol. Gli Under 23 invece saranno, oltre ai due confermati, Cristian Calzaferri, Andrea De Marchi, Federico Di Mauro, Matteo Falchetti, Marco Fermanelli, Manuel Franzoni, Edoardo Gavazzi, Luca Mazzoleni, Elia Ori e Lorenzo Perciavalle. Proprio l’altro giorno è arrivato l’ultimo ingaggio: si tratta di Diyor Takhirov, un ragazzo uzbeko di cui mi hanno parlato molto bene».

Un gruppo che può crescere bene nella Gallina?

«Sette Under 23 sono al primo anno e io punto a tenermeli e crescerli per un po’. Una cosa che gli ho chiesto quando hanno firmato con noi è di assicurarci che sarebbero rimasti per due anni almeno. Cinque di loro quest’anno hanno la maturità: in questo caso del ciclismo non mi interessa nulla, devono fare l’esame e soprattutto essere promossi. Gli do il tempo di cui hanno bisogno per studiare perché quello viene prima di tutto, così poi da luglio possono dedicarsi alla bici».

Il leader della Gallina sarà l’esperto Simone Piccolo, classe 1997, reduce da una stagione di alti e bassi all’Hopplà di Provini e Lastrucci (Foto: Viris Vigevano)

Quali sono le aspettative verso i corridori?

«Mi aspetto molto da Fermanelli che va bene in salita. L’ho voluto con me, lui come molti altri ad esempio Perciavalle, perché sono ragazzi in cui ho visto delle qualità non sfruttate dalla squadra in cui correvano. Io voglio dargli la possibilità di dire la loro in gara e soprattutto di trovare un team dalla loro parte: da noi trovano tutto organizzato, una bicicletta magari non bella ma sicuramente buona nella tecnica, abbigliamento all’altezza della situazione, gli facciamo fare le visite. Ecco forse noi non possiamo portarli troppo spesso negli hotel, ma facendo i ritiri nelle casette mi dedico al 100% a loro e con me anche mia moglie. Spero si capisca quanto ci tengo a loro».

I ragazzi sono già stati in ritiro, come li avete visti? Hanno formato un bel gruppo?

«Sono stati in una casetta che abbiamo in zona Brescia, poi in Spagna e adesso siamo in Toscana. Io li osservo e vedo come si comportano: parlano tanto tra di loro anche di cose non inerenti al ciclismo, giocano a carte, si cercano. Io sono molto contento di questo perché vuol dire che sta nascendo un bel gruppo che anche in corsa darà i suoi frutti: se si conoscono sarà tutto più facile. Penso a un Menegale che in salita fa fatica: troverà nei suoi compagni un supporto importante non solo dal punto di vista fisico».

In conclusione, l’obiettivo principale del 2024 è…

«Vincere almeno 7 o 8 corse. Non mi importa che siano gare con pochi partenti o di bassa qualità, onestamente a me nemmeno cambia se i miei ragazzi vincono. Voglio che siano loro soddisfatti dei loro risultati perché a questo punto hanno tutti i mezzi: gli manca giusto la motivazione che dà essere il primo al traguardo. La passione li deve portare a dire “Dobbiamo vincere”, che è anche un po’ il nostro motto».