Kuss sull’addio di Roglic: «Meglio così. Ma ha portato la Jumbo dov’è ora»

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Sepp Kuss e Primoz Roglic alla Vuelta di Spagna 2023 (foto: SprintCyclingAgency)
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«Primož ha portato la nostra squadra dove è adesso. Ha spinto tutti noi, compagni e staff, a dare sempre di più mostrandoci che fare semplicemente bene non era sufficiente per essere i migliori». Queste sono state le prime parole dette da Sepp Kuss a GCN sull’addio di Roglic alla Jumbo-Visma. Negli scorsi giorni il 29enne americano è stato protagonista della parata per le vie di Durango (Colorado), organizzata dalla sua città natale in onore della vittoria alla Vuelta di Spagna 2023. Per l’occasione, Kuss ha parlato per la prima volta del passaggio del suo compagno (e amico) Roglic alla Bora-Hansgrohe.

Il classe ’94 ha poi continuato elogiando quanto fatto dallo sloveno con e per il team olandese, augurandogli il meglio per la nuova avventura. «Ho imparato molto da lui. Alcune cose me le ha insegnate volutamente, altre le ho apprese anche solo vedendo la sua crescita come ciclista. Se il tuo leader commette un errore e poi lo vedi correggere quell’errore nella gara successiva, impari anche di più che a parole. Se uno guarda come si comporta Primoz in gara ora, rispetto a quando ha iniziato questa avventura con la Jumbo, noterà un enorme cambiamento. La sua crescita è stata davvero preziosa e gli darei gran parte del merito per aver portato la squadra al livello dove è ora. Però ritengo anche sia meglio per tutti che lui dalla prossima stagione faccia parte di una squadra diversa dalla Jumbo. Primoz merita di correre in un team che sia tutto per lui e che gli dia il massimo sostegno possibile».

Kuss è tornato anche a parlare della Vuelta e dello scontro interno al team che c’è stato per la vittoria finale: «Devi concentrarti solo su te stesso, nel bene e nel male. Penso che ci siano state molte occasioni durante l’ultima Vuelta in cui, nonostante avessi la maglia rossa, mi sono mosso con la mentalità da gregario o comunque di un ragazzo che non aveva solo la vittoria in testa, ma che metteva il bene della squadra davanti a tutto. Questo ha permesso al team di vincere tanto, accontentare tutti e a me di gestire comunque il vantaggio e vincere la corsa. Però ho anche imparato che per trionfare in corse del genere questa mentalità non basta sempre, anzi spesso bisogna essere più “egoisti” per trionfare. Questa però è una mentalità molto diversa dalla mia. quindi per crescere devo trovare quell’equilibrio con questa visione, senza perdere il mio stile di uomo squadra».

Sepp, inoltre, ha rivelato che quando era in maglia rossa Vingegaard è stato importante e di esempio per lui. L’americano ha infatti rivelato di aver imparato molto dal danese su come gestire la situazione a lui nuova. «Jonas, anche se non sembra nella sua natura molto pacata, è un leader molto verbale e che si fa sentire in corsa. Ciò mi ha davvero aiutato tanto in certe situazioni. Non vinci per caso due Tour di fila, se non sei forte e sul pezzo ogni giorno. Questa è la mentalità che mi ha trasmesso anche durante la Vuelta e che a me è servita tanto per tenere il passo e non cedere mai, anche nei giorni no».

Il nativo del Colorado ha parlato anche dell’ingaggio di Matteo Jorgenson, probabilmente il principale acquisto della Jumbo-Visma in questo mercato. Con il corridore californiano che dovrebbe diventare un importante pedina per i capitani del team olandese. «Non conosco Jorgenson così bene perché non abbiamo corso nelle gare dilettantistiche americane negli stessi anni. Ma con Matteo parliamo sempre durante la gara ed è davvero un bravo ragazzo. Penso che si adatti bene alla squadra. È un ciclista a cui piace lavorare per crescere, indipendentemente dai risultati individuali che ottiene. Penso che sarà un rinforzo importante per noi e per me, di sicuro, sarà un buon compagno».

Kuss ha anche parlato degli obiettivi e delle ambizioni per la prossima stagione, non nascondendo che dopo il successo in Spagna il suo ruolo e status nel 2024 cambieranno sicuramente. «L’anno scorso il piano originale era quello di fare il Tour e la Vuelta e dovrebbe ripetersi anche quest’anno. Questa è sempre una combinazione che funziona bene per me. Anche se al Tour ci dovesse essere anche Jonas sono felice, perché avere un ruolo più da gregario che da capitano alla Grande Boucle è meglio per me, perché solitamente la corsa francese ha un percorso meno adatto a me. Vedremo più avanti con il team cosa si deciderà, ma credo che l’anno scorso sia stata un po’ un’eccezione quella di aver vinto la corsa nonostante la presenza di Primoz e Jonas. Sono stato bravo a rimanere molto davanti proprio in virtù del mio lavoro per i capitani e mi sono trovato in testa alla classifica generale senza nemmeno pensarci. Quindi vedremo quale sarà il percorso è come con il Tour. Certo vincerlo è un qualcosa a cui aspiro, ma penso che la Vuelta sia più adatta a me».

Il 24enne americano però, non chiude del tutto al sogno Tour: «Io come co-leader al Tour nel 2024? Beh, quello penso sia plausibile. Ormai è sempre più importante poter aver più di una sola punta nei grandi Giri. Sicuramente curerò di più la classifica cercando di rimanere il più concentrato in gara e non mollare facilmente. Alla Vuelta 2023 nelle prime tappe pensavo che avrei dovuto perdere più tempo possibile per risparmiare ogni grammo di energia, ma poi mi sono sentito bene e non volevo perdere tempo solo per il gusto di perdere tempo».