MONDIALI 2023 / Viviani: «Per quanto sto bene ho raccolto poco, nel 2024 sacrificherò la strada per la pista»

Viviani
Elia Viviani dopo il bronzo nell'eliminazione ai Mondiali di Glasgow 2023
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Elia Viviani è lucido quanto basta per non lasciar sfociare il suo disappunto in vera e propria delusione: nell’eliminazione è pur sempre arrivato terzo, prendendo la medaglia di bronzo.

«Infatti da questo punto di vista sono contento per il risultato e per la nazionale – ammette – ma con la forma che ho avrei dovuto raccogliere di più».

Cosa non è andato, Elia?

«Ieri, nell’omnium, ho corso male tre prove su quattro, quindi al di là del caos dei punteggi nella corsa a punti è chiaro che gli errori erano innanzitutto miei. Ieri, per dire, Thomas ha concluso meno peggio di me le prime tre prove e infatti ha preso l’argento».

E oggi com’è andata?

«Dovevo rischiare di più, come nelle ultime due edizioni che avevo conquistato. Invece, per paura di rimanere nel gruppo come ieri nell’omnium, mi sono messo in testa quando eravamo ancora in otto e alla fine l’ho pagata».

Eri partito per vincere?

«Sì, anche se col senno di poi al massimo potevo giocarmela con Bibic per l’argento. Vernon è stato davvero forte e credo avrebbe battuto chiunque, ma quantomeno mi sarebbe piaciuto provare a batterlo. Ha preso qualche rischio in più di me e ha vinto, chapeau».

L’anno prossimo ci sono le Olimpiadi.

«E io sento di aver bisogno di correre maggiormente in pista: Nations Cup, Champions League, gli europei a gennaio. Serve una certa abitudine a combattere con certi atleti e in certe piste, io prima di venire qui in pista ci sono stato, ma i campionati italiani sono propedeutici fino ad un certo punto».

Quindi sacrificherai la strada?

«Nel 2024 credo proprio di sì, voglio arrivare a Parigi come si deve. Quest’anno è stato difficile farmi vedere meno su strada, dove avevo i miei obiettivi, ma nel 2024 coi Giochi non sarà una decisione troppo sofferta».

L’unico oro, per ora, è quello di Ganna nell’inseguimento individuale.

«È un campione, nulla da dire, aveva una pressione enorme addosso e ha vinto ugualmente. Gli auguro di tornare a vestire la maglia iridata anche nelle cronometro. È chiaramente lui il capitano e il leader di questa nazionale, anni fa si parlava di raccogliere il mio testimone e direi che c’è riuscito alla grande».