Stella dopo l’Europeo su Pista: «Non mi aspettavo di vincere così tanto, ma l’obiettivo principale è il mondiale»

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Davide Stella pluricampione europeo juniores su pista (Federazione Italiana Ciclismo)
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Cosa si prova a vincere tre medaglie d’oro europee in due giorni? La risposta ce la dà Davide Stella, pistard friulano classe 2006, che tra l’11 e il 12 luglio si è portato a casa il metallo più pregiato ai Campionati Europei Juniores nello Scratch, nel Km da fermo e nell’Eliminazione.

Ti aspettavi tutte queste vittorie?

«No. Se devo essere onesto, sono felice e sorpreso allo stesso tempo. Sapevo di stare bene e di essermi allenato nella maniera giusta per fare risultato, ma non pensavo di vincere così tanto e fin dal primo giorno. Mi aspettavo di faticare di più. Invece avevo una grande condizione e sono riuscito a impormi fin dalla prima disciplina».

Quale delle tre vittorie ti ha sorpreso di più?

«L’Eliminazione. Con questa disciplina c’è un rapporto di amore e odio, quindi non sapevo cosa aspettarmi».

Su quale invece puntavi?

«Sullo Scratch. È da un po’ di tempo che ce l’ho nel mirino. Questa è una disciplina che mi piace molto e mi era rimasto l’amaro in bocca quando al campionato italiano, a causa di un’incomprensione, non mi hanno iscritto. Quindi volevo assolutamente rifarmi qui e punterò forte anche ai mondiali. Però anche il Km da fermo l’avevo preparato molto bene con Dino (il ct Salvoldi, ndr) ed eravamo sicuri di poter far bene anche lì».

Ora testa ai Mondiali. Sarai presente anche lì in tutte e tre le categorie?

«Questo non lo so, la scelta spetta al ct. Sempre che mi voglia portare (ride, ndr). Io, ovviamente, mi allenerò a dovere per tutte le discipline e mi farò trovare a disposizione se lui dovesse scegliermi».

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Davide Stella, con la bandiera tricolore in mano dopo il successo agli Europei juniores su Pista (Federazione Italiana Ciclismo)

Tu corri anche su strada. Come sta andando la stagione lì?

«Bene, anche se questo è il primo anno in cui l’ho un po’ trascurata e mi sono concentrato soprattutto sulla pista. Per il prossimo anno vedremo come andrà. L’idea è cercare di diventare competitivo anche lì, senza però mai tralasciare la pista. Anche perché allenarsi nei circuiti aiuta anche per svilupparti in strada».

Come caratteristiche che corridore sei?

«Sono più un velocista. Ancora se è ancora presto per capire quanto posso incidere nelle volate di gruppo, ma per ora me la cavo bene. Inoltre, tengo discretamente in salite più pedalabili. Anche se sotto questo aspetto ho ancora tanta strada da fare. Perché nel ciclismo di oggi saper andare forte quando la strada sale è fondamentale».

Se su strada il movimento italiano sta soffrendo (sia tra i professionisti, sia nelle categorie minori), in pista siamo in grande crescita. Come mai?

«Con Dino stiamo lavorando sodo da diversi mesi. Però sono sicuro che presto anche su strada torneremo ad alti livelli. Non dico quest’anno, non dico il prossimo, ma nel giro di un paio di anni credo che riusciremo a essere nuovamente tra le migliori nazioni».

Programmi futuri?

«Sono ancora in Portogallo, poi torno a casa per riposarmi qualche giorno».

Ci saranno grandi festeggiamenti?

«Ci saranno, ma non troppi. L’obiettivo principale della mia stagione deve ancora arrivare: il Mondiale».