Di solito quando il Tour arriva a Bordeaux, la tappa finisce con uno sprint di gruppo. Sugli ampi, lunghissimi viali della bella città del sud-ovest francese hanno trionfato Erik Zabel, Freddy Maertens, André Darrigade. In quello che sarà (o almeno dovrebbe essere) un giorno di recupero per gli uomini di classifica (Vingegaard e Pogacar) e per tutti gli altri che sognano un posto sul podio, Jasper Philipsen cercherà di vincere la sua terza tappa, con l’aiuto di quel fenomeno di Mathieu van der Poel. Ma è chiaro che tutti guarderanno a Mark Cavendish, quinto e sesto negli ultimi due sprint, alla ricerca di quella vittoria che gli basterebbe per arrivare davanti a Eddy Merckx nel numero di tappe vinte al Tour: ora sono tutti e due a 34, e non è da tutti superare (in qualcosa) il grande Cannibale.
Cav è un altro di quelli che a Bordeaux hanno vinto: era il 2010, eravamo a fine Tour (tappa numero 18), e il ragazzo dell’Isola di Man – allora aveva 25 anni – battè nell’ordine Julian Dean, Alessandro Petacchi, Robbie McEwen, Oscar Freire ed Edvald Boasson Hagen. Non male. Era la sua quarta vittoria di tappa in quel Tour, poi sarebbe arrivata anche la quinta sugli Champs-Élysées.
Marcel Kittel, vincitore di 14 tappe al Tour, è convinto che Cav arriverà al successo numero 35. Il tedesco lo ha detto a Tom Thewlis, inviato oxfordiano di Cyclingweekly. «Credo in lui perché ho visto un forte Cavendish. Servono molte energie, spero che ne abbia ancora quando sarà davvero necessario».
