Morte di Westra, la famiglia rompe il silenzio: «Non ha voluto salvarsi, il ciclismo gli ha allungato la vita»

Lieuwe Westra morto a 40 anni
Lieuwe Westra, morto il 14 gennaio di quest'anno a 40 anni
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La morte di Lieuwe Westra ha colpito il mondo del ciclismo come una bomba all’inizio di quest’anno, il 14 gennaio. Inizialmente la famiglia dell’ex professionista olandese, morto a 40 anni, non ha dato alcuna informazione sui dettagli della sua fine, ma adesso fanno da portavoce ai familiari Freddy Haak, un amico d’infanzia ed ex compagno di squadra di Lieuwe, e Thomas Sijtsma, che ha scritto la sua biografia.

Non era un segreto che Westra avesse lottato più volte con l’abuso di alcol e droghe. Proprio come era una bestia in bicicletta, lo era anche nella vita notturna. Haak e Sijtsma hanno raccontato degli anni che hanno preceduto la morte di Lieuwe e dei diversi incidenti che hanno portato l’ex corridore in un abisso dal quale non è stato più in grado di tirarsi fuori. Westra si è presto messo nei guai dopo aver terminato la sua carriera nel 2017. I problemi lo hanno portato a prendere dei narcotici e a cadere in depressione. Poi Westra ha incontrato l’australiana Ingrid. I due si sono innamorati, si sono sposati e hanno aperto un bike-hotel a Calpe, in Spagna. Sijtsma lo ha visto come un passo avanti. «Poteva divertirsi in bicicletta lì, stava con una donna bella e simpatica e l’attenzione dei media era sparita. Ho pensato che fosse un bene per lui».

Tuttavia, le cose sono andate presto meno bene. Westra ha smesso di prendere i suoi antidepressivi e ha vissuto male il periodo del covid. Questo mentre sua moglie Ingrid si occupava della parte commerciale dell’azienda. «A volte beveva ancora molto. Ha fatto la terapia, ma si sentiva troppo bene per farlo e, inoltre, non parlava la lingua. La tentazione era molto grande», ha spiegato Haak.
Il 23 dicembre 2021, un evento che ha portato Lieuwe ancora più in basso: la caduta di Amy Pieters in allenamento. Westra stava pedalando duecento metri dietro di lei al momento della caduta. L’incidente gli ha fatto un’enorme impressione, comprensibilmente. «Ne è rimasto molto colpito, e da quel momento in poi Lieuwe è andato sempre più giù», ha raccontato Haak. «È diventato aggressivo e la sua relazione con Ingrid si è interrotta. Poi lo abbiamo temporaneamente portato in Olanda».

Dopo che Westra è tornato in Spagna, le cose sono peggiorate. Si comportava male, seminava il caos in casa. Ha messo a dura prova la sua relazione con Ingrid. Si è arrivati al punto che Westra è stato diffidato dalla magistratura spagnola di avvicinarsi a Ingrid. L’ultimo tentativo di aiuto è fallito, e quello è stato il «punto di svolta definitivo». Suo fratello Jan Hendrik e Ingrid si sono assicurati quindi che Lieuwe tornasse nei Paesi Bassi. La speranza della famiglia e degli amici era che questo passo lo avrebbe aiutato, invece non ha fatto che peggiorare. Alla fine Westra è finito in un garage a Zwaagdijk, nell’Olanda del nord, dove è stato trovato il suo corpo: lì ha incontrato le persone sbagliate. Westra lavorava sulle auto, ma secondo Haak e Sijtsma non era certo l’unica cosa che accadeva. Ad esempio, lì Lieuwe sarebbe diventato “fortemente dipendente” e avrebbe vissuto in “condizioni degradanti”. Il contatto tra Lieuwe, Haak e Sijtsma diventò molto annacquato in quel periodo. Westra tornò ancora una volta alle sue radici, a Mûnein. Fece visita a sua madre e sembrava disponibile a venirne fuori, ma dopo appena un giorno diventò aggressivo e sua madre dovette chiamare la polizia per farlo portare via.

La sua famiglia voleva che venisse ricoverato, e anche lui sembrava d’accordo. Però non si trovò posto, e Westra tornò nell’ambiente tossico di Zwaagdijk. Secondo Haak, quello fu il “punto di svolta definitivo”. L’ultima conversazione di Sijtsma con Lieuwe è stata nel settembre 2022. «Gli ho detto cosa gli sarebbe successo se avesse continuato così. Poi è diventato ostile». Dopo quella conversazione, il contatto con il suo “vecchio mondo” è completamente scomparso. Soltanto Ingrid ha continuato ad avere sgradevoli contatti con il nuovo ambiente di Westra. Le è stato chiesto del denaro e le sono state fatte minacce. «Si trattava di soldi e cose che servivano per mantenere Lieuwe, fu detto a Ingrid. È stato molto pesante per lei», ha raccontato Haak.

Il 14 gennaio di quest’anno la notizia più tragica, ma non inaspettata per la famiglia, della morte di Lieuwe. All’obitorio, alla famiglia fu comunicata la causa della morte: un’overdose di droga.

«Non potevamo più salvarlo. Avrebbe dovuto farlo lui stesso. Avrebbe dovuto fare quella scelta lui», ha concluso Haak. E Sijtsma è d’accordo. «Non poteva più essere salvato, questa è una risposta breve e dura, ma doveva volerlo lui stesso». I due non vedono il ciclismo come colpevole della tragica vicenda. «Senza il ciclismo, sarebbe potuto morire molto prima. Aveva preso una strada sbagliata molto prima. Il ciclismo gli ha allungato la vita».