Debiasi è sulla strada giusta: «Sono partito bene, mi manca solo la vittoria che ho sfiorato a San Vendemiano»

Debiasi
Andrea Debiasi con gli ex compagni di squadra del Cycling Team Friuli
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Andrea Debiasi è uno dei nomi nuovi emersi dalla prima parte di stagione. Settimo alla Coppa Caduti di Reda, sesto al Giro del Belvedere e poi secondo al Trofeo San Vendemiano, il corridore del Cycling Team Friuli non è però approdato ieri tra gli Under 23. Giunto al quarto e ultimo anno nella categoria, il 21enne di Rovereto vuole guadagnarsi il passaggio al professionismo. Ha iniziato la stagione con il piglio giusto, vestendo anche la maglia della nazionale in Francia a fine aprile…

Andrea, come è andata al Tour de Bretagne?

«La corsa a tappe francese è stata la conclusione di un mese d’aprile proficuo per me. Sono stati sette giorni impegnativi, in cui il livello era molto alto vista la presenza di tutte le development delle formazioni World Tour e alcune Professional. Ma non mi sono sfiduciato e, approcciando con la giusta mentalità, sono riuscito a cogliere un podio».

Il terzo posto nella terza tappa: come è arrivato?

«Probabilmente quella è stata la giornata più dura e la pioggia l’ha resa ancora più difficile. Il ritmo è stato alto fin dall’inizio, in testa alla corsa c’erano due corridori che poi sono arrivati a contendersi la vittoria al traguardo. Io ero nel folto gruppo al loro inseguimento e sapevo di disputare un buon sprint. Infatti così è stato e ho vinto la volata per il terzo posto».

Sei uscito più forte e con maggiore consapevolezza dei tuoi mezzi da questa corsa fuori dall’Italia?

«Sì, ogni corsa all’estero ti arricchisce. Avevo già avuto avuto l’opportunità di correre in Belgio ad inizio stagione e al Tour de Bretagne ho ritrovato più o meno gli stessi avversari. All’estero corrono con una mentalità più vicina al professionismo e anche la gara stessa segue un copione più prevedibile».

Dopo aver trascorso le prime due stagioni da dilettante a lavorare per la squadra, dallo scorso anno hai cominciato a inseguire il risultato personale. Raccontaci il percorso.

«Ho avuto i miei anni per maturare, i quali mi sono serviti molto per arrivare ad approcciare al meglio al grado di capitano e alle conseguenti responsabilità. Sono cresciuto più mentalmente che fisicamente, soprattutto nell’approccio alle gare, nella conoscenza di me stesso come corridore. Un percorso di crescita che mi ha portato a raccogliere delle prime soddisfazioni e che certamente non è ancora finito».

Soddisfazioni giunte in questa prima parte di stagione e che ti hanno fatto guadagnare la convocazione in nazionale al Bretagne. Come è andato l’avvicinamento alle prime corse?

«Con la squadra abbiamo svolto una buona preparazione invernale. L’obiettivo era di arrivare pronto ad aprile, quando vanno in scena corse importanti e adatte alle mie caratteristiche. Ci tenevo molto e sono arrivato a disputarle con il giusto stato di forma. Si è visto, cominciando in crescendo al Reda, al Belvedere e arrivando al secondo posto ottenuto al Trofeo San Vendemiano. Dopo quel risultato speravo nella chiamata in nazionale ed è arrivata, riuscendo poi a far bene anche vestendo la maglia azzurra».

Col senno di poi, ti è mancato qualcosa per vincere il San Vendemiano?

«Durante la corsa è filato tutto liscio e nella volata finale mi ha battuto Anders Foldager, che sapevo quanto stesse andando forte nella prima parte della stagione. Infatti in quei giorni si è assicurato un contratto da professionista per il prossimo anno (con la Jayco AlUla, ndr). Il danese della Biesse-Carrera ha fatto un grande sprint, non mi ha battuto di misura e si è meritato la vittoria. Io non mi recrimino nulla».

A proposito di professionismo, anche tu sei sulla strada giusta…

«Sì, in quest’inizio di stagione sono arrivate le buone prestazioni che cercavo e so che essendo al quarto anno della categoria non posso più sbagliare niente. Voglio che sia l’anno del passaggio al professionismo e se non sempre tutto fila liscio, sono comunque soddisfatto della strada che ho intrapreso in questi primi mesi di gare. Sarà fondamentale cogliere qualche vittoria, quella che mi è mancata finora».

In considerazione del fatto che sia la stagione decisiva, ti stai concentrando su alcuni nuovi aspetti nella preparazione o stai consolidando il lavoro svolto in passato?

«Sto cercando di migliorare il mio spunto veloce. Essendo un corridore che si comporta bene sulle salite brevi, posso spesso arrivare a giocarmi nel finale la vittoria allo sprint in un gruppo ristretto di attaccanti. In quest’inizio di stagione ho gareggiato tanto e di conseguenza in allenamento ci sono andato piano, senza concentrarmi troppo su alcuni aspetti in particolare».

Quali saranno i tuoi prossimi obiettivi?

«Sicuramente il Giro d’Italia, che è un palcoscenico molto importante e bisogna farsi notare. Non sono ancora sicuro della mia partecipazione nella corsa rosa, perché il percorso è uscito da poco e la squadra sta facendo le sue scelte. Ma è una grossa vetrina e spero vivamente di esserci. In ogni caso deciderò insieme alla squadra, mese per mese, i miei impegni».