GIRO D’ITALIA 2023 / Le pagelle: Zana sì e no, Almeida ringrazia Formolo e Ulissi

Almeida
Joao Almeida nella tappa di Lavarone al Giro d'Italia 2022
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Abbiamo visto Remco Evenepoel in rosa ma senza Oumi, lo abbiamo sentito di nuovo dire che se sarà possibile domani lascerà la maglia perché gli fa perdere troppo tempo nel dopo tappa, lo abbiamo visto sprintare su Roglic per un secondo di abbuono. E tante altre cose.

Michael Matthews 10 – Terza vittoria di tappa al Giro per l’australiano, la prima l’aveva colta addirittura nove anni fa. Gran bel corridore. Oggi ha sfruttato al meglio l’enorme lavoro della squadra. E addio Mads Pedersen. 

Filippo Zana 8,5 – Fa un lavoro enorme per il suo capitano, ed è bello vedere la maglia bianca rossa e verde in testa al gruppo. Il suo ritmo spezza il gruppo e cambia anche la classifica. Ma un po’ ci dispiace vedere quella bella maglia tricolore addosso a un gregario: di lusso, ma pur sempre gregario. 

Fabiana Luperini 8 – Seconda tappa in linea, secondo giorno in fuga per i ragazzi della Corratec-Selle Italia. Oggi sono Alexander Konychev, 24 anni, figlio di Dima, e il suo coetaneo Veljko Stojnic, serbo che da cinque anni è diventato toscano, da quando è andato a correre (era ancora juniores) per la Ballerini. Bravi a fare quello per cui sono al Giro: farsi vedere. Il voto pieno è per la donna che li guida dall’ammiraglia, la prima italiana al Giro come ds di una squadra maschile. È sempre stata una pioniera, e una fuoriclasse. 

Mads Pedersen 6 – Il passo di Zana dà fastidio anche a un grande come lui, che sta cercando la vittoria di tappa e la maglia ciclamino. Si era staccato in salita, i compagni lo hanno riportato in testa, ma alla fine non era il Pedersen migliore: e per battere quel Matthews ci voleva lui.

Thibaut Pinot 7 – Per adesso limitiamoci a dire che è bello vederlo scattare per andarsi a prendere la maglia di miglior scalatore. Gli sta molto bene, ma per il suo ultimo Giro ci aspettiamo che sia soltanto l’inizio.

Vincenzo Albanese 6,5 – Peccato vederlo rimanere giù dal podio. Era al posto giusto nel momento giusto.

Remco Evenepoel 8 – Fa (e ovviamente vince) lo sprint intermedio di Rapolla: 3 secondi a lui, 2 e Roglic, 1 a Bouwman. Un piccolo sognale che dice ai suoi avversari: io sono qui, calcolo tutto, non ho paura di niente. Dal gruppo a inizio tappa Fortunato e Velasco gli fanno arrivare un uovo nella tasca: loro scherzano, lui no. Mai.

Primoz Roglic 6 – Se il gioco era scattare per un secondo, lui lo perde e Remco lo vince. Ma domani è un’altra tappa. 

Almeida 5 – A 20 dalla fine cade addosso a uno della Israel, non può fare niente per evitarlo. Perde tempo, anche perché la caduta gli lascia in eredità un problema meccanico: deve ringraziare Formolo e Ulissi che lo riportano avanti. «Senza di loro non ce l’avrei fatta». È secondo nella generale, ma perché Ganna si stacca in salita