Morte Rebellin / Chi è Wolfgang Rieke, il camionista recidivo che lo ha ucciso

Rebellin
Davide Rebellin, morto a 51 anni dopo un terribile incidente stradale
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Ha una faccia, un nome e una storia: ma non potrà essere arrestato in Italia e tradotto in Italia. Nel nostro Paese si svolgerà il processo a suo carico, ma lui potrà essere contumace, dal momento che non è possibile l’estradizione per un reato (l’omicidio stradale) previsto specificamente dal nostro ordinamento ma non da quello tedesco. In realtà in Germania l’applicazione della legge per l’omicidio colposo è molto severa in caso di scontri stradali, mentre paradossalmente in Italia è possibile ottenere una pena più lieve grazie al patteggiamento e una prassi meno rigida. Però nel caso dell’uomo che ha ucciso Davide Rebellin le aggravanti sembrano essere tutte presenti. Non solo infatti si è accorto perfettamente di quello che aveva fatto – le immagini delle telecamere di sorvegliano lo mostrano guardare la sua vittimaa terra senza vita – ma poi è fuggito. Commettendo oltretutto un errore fatale: è andato a Verona a concludere la spedizione per cui era arrivato in Italia, per cui all’Interporto ha dovuto fornire i documenti che hanno permesso agli inquirenti di risalire a lui con grande rapidità. Non abbastanza per catturarlo: era già in Germania. Ma l’attività investigativa richiede tempo, e anzi c’è stata grande sollecitudine da parte degli inquirenti ma non è bastato.

Chi è

Si chiama Wolfgang Rieke, ha 62 anni, e lavora per il fratello Jurgen, titolare della «Rieke Transporte» di Recke, impresa di spedizioni che ha sede nella Renania settentrionale e che lavora preferibilmente con l’Italia. I mezzi sono tir rossi della Volvo, uguali a quello a bordo del quale Rieke ha travolto e ucciso Rebellin. I carabinieri sono risaliti prima alla targa del mezzo visionando i filmati, e poi all’identità dell’investitore grazie anche all’aiuto di testimoni, che l’haanno fotografato. Lo rivela la nota diffusa dal procuratore di Vicenza, Lino Giorgio Bruno: «In base alle testimonianze di persone immediatamente intervenute in soccorso del ciclista risultava che l’autista dopo l’investimento era sceso dal mezzo, avvicinandosi alla vittima, e subito dopo aveva ripreso posto a bordo dell’autoarticolato, allontanandosi. Il conducente veniva fotografato dai presenti».

«Le foto scattate da alcune persone accorse dopo il drammatico incidente hanno contribuito a identificare l’indagato – ha confermato il tenente colonnello Salvatore Gueli, comandante del Reparto Operativo dei carabinieri di Vicenza -. La loro collaborazione è una circostanza molto positiva».

Le indagini

Gli spostamenti dell’autista sono stati tracciati grazie alla collaborazione con le autorità locali, con il Centro di cooperazione della polizia italiana, austriaca e slovena di Thorl-Maglern e dell’Agenzia delle Entrate. Il primo dicembre la polizia di Steinfurt, in contatto con il Servizio di cooperazione internazionale di polizia (lo Scip), dopo aver parlato con il fratello dell’investitore – che ha collaborato pienamente – ha segnalato il rientro di Rieke in Germania: è passato prima per Berlino e poi è tornato a Recke, dove ha sede l’impresa di trasporti del fratello. Durante le ricerche sono emersi anche i precedenti penali specifici di Rieke, che nel 2001 era già stato condannato dal Tribunale di Foggia per essere fuggito dopo un incidente senza prestare soccorso alle persone coinvolte (pena successivamente dichiarata estinta per decorso del tempo); nel 2014 gli era stata invece ritirata la patente dalla polizia stradale di Chieti per guida in stato di ebbrezza.