Storia di Kangert, il super gregario di Nibali che ha smesso insieme a lui

Kangert
Tanel Kangert e Vincenzo Nibali al Giro d'Italia 2013
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Fra i tanti che in questo 2022 hanno lasciato il ciclismo c’è anche Tangel Kangert. Nato l’11 marzo 1987 a Vändra, un villaggio dell’Estonia centrale, che allora era ancora Unione Sovietica. Poche settimane dopo è nato Rein Taaramäe: i due sono cresciuti insieme, sono andati all’asilo insieme, sono diventati migliori amici, e hanno sognato di arrivare al grande mondo del ciclismo insieme. Ci sono riusciti: Kangert ha vinto la prestigiosa Corsa della Pace nel 2005 all’età di 18 anni. Taaramäe è arrivato terzo.

Il ciclismo non era uno sport importante in Estonia all’epoca, c’era soltanto il velocista Jaan Kirsipuu, che ha vinto quattro tappe del Tour de France tra il 1999 e il 2004, ma non è mai riuscito ad arrivare a Parigi: non riusciva a superare le salite. Tuttavia, le squadre francesi – per le quali anche Kirsipuu ha corso per quasi tutta la sua carriera – hanno creduto nel talento di scalatori di Kangert e Taaramäe.

AG2R ha messo sotto contratto Kangert nel 2007, mentre Cofidis – guidata da Janek Tombak, un altro estone, ha scelto Taaramäe. Entrambi sono diventati professionisti nel 2008 e hanno iniziato bene la loro carriera, ma nel 2009 le cose hanno iniziato a divergere. Mentre Taaramäe ha preso d’assalto il mondo del ciclismo con buone prestazioni alla Vuelta, al Giro di Svizzera e al Romandia (terzo), Kangert ha dovuto seriamente temere per la sua carriera a causa di un persistente problema a entrambe le ginocchia.

«Ho rimandato due volte la risoluzione definitiva del problema, ho fatto le iniezioni e ho corso per tre mesi. Non voglio più iniezioni, ho solo 21 anni, devo trovare una soluzione diversa e definitiva. L’umore è davvero pessimo, come se fossi una macchina con un buon motore, ma le ruote sono bloccate… », confessò nel 2008. All’inizio del 2009 Kangert ha iniziato ad avere dei dubbi. «Ad essere onesto, non sono un pessimista per natura, sono un realista. La possibilità di continuare il prossimo anno è intorno al sessanta per cento. Il fatto è che una squadra non manterrà uno che non sa andare in bicicletta», disse allora parlando del suo futuro.

Tra agosto e ottobre 2009 Kangert ha corso ancora qualche gara per AG2R, ma il suo contratto non è stato rinnovato. Kangert ha deciso di tornare alle origini: godersi il ciclismo. Lo ha fatto aderendo a un’associazione amatoriale a Saint-Étienne e partecipando anche a ciclocross e maratone ciclistiche. «Sono in fiamme come un ragazzino eccitato che pensa di sguazzare nei boschi in bicicletta», raccontò.

Con quella società dilettantistica, Kangert vinse il campionato a cronometro nel suo paese e con i problemi al ginocchio alle spalle, ricominciò a vedere la luce. «Ho una vita meravigliosamente bella», scrisse più volte sul suo sito web. Se ne accorse anche l’Astana, che lo ingaggiò 2011. All’epoca l’Astana era una squadra in fase di ricostruzione dopo l’addio di Contador, ma Kangert si inserì perfettamente. Con la Vuelta 2011 nelle gambe, ottenne una fenomenale vittoria di tappa nel Giro di Svizzera 2012, mettendosi sotto i riflettori con tutta la sua squadra.

Quando nel team kazako arrivò Nibali, Kangert trovò la sua vera vocazione: super gregario di Vincenzo. Al Giro 2013, l’estone impressionò il suo leader. Kangert arrivò terzo dietro agli inglesi Dowsett e Wiggins nella cronometro di 55 chilometri, ma fu fondamentale per Nibali soprattutto in montagna. Vincenzo quel Giro lo vinse, lo stesso Kangert chiuse quattordicesimo e si guadagnò un triennale con l’Astana. Kangert fu con Nibali anche alla Vuelta vinta a sorpresa dal vecchio Chris Horner, ma intanto si gettarono le basi per il Tour de France dell’anno successivo. La squadra fu decisa a fine novembre. Kangert, insieme a Lieuwe Westra e Jakob Fuglsang, apparteneva al gruppo dei super gregari di Nibali, che poteva contare anche sul suo nucleo italiano con Michele Scarponi, Alessandro Vanotti e poi Andriy Grivko, Maxim Iglinsky e Dmitri Gruzdev. Già nella seconda giornata del Tour, Nibali aveva fatto la sua mossa a Sheffield. La quinta tappa, quella del pavé, rimane indimenticabile.

In montagna, Kangert, come i suoi compagni di squadra, si è rivelato prezioso per Nibali, che alla fine è tornato a casa con quattro vittorie di tappa e la vittoria assoluta. L’anno successivo Kangert ha il permesso di cimentarsi al Giro insieme ai giovani Mikel Landa e Fabio Aru, e alla fine si piazza tredicesimo. Poi va al Tour con Nibali, lo sostiene nei momenti difficili, Vincenzo alla fine arriva quarto.

C’è Kangert anche nel 2016. Va in forma con due vittorie di tappa al Tour of the Alps. Quel Giro sembra mettersi dalla parte di Kruijswijk, che però nella discesa del Colle d’Agnello (alla diciannovesima tappa), impatta in un muro di neve. Grazie al sacrificio di Scarponi e alla forza di Kangert, Nibali ha rovesciato quel Giro. Festa estone completata quel giorno dal fatto che Taaramäe, presente nel gruppo di testa, va a vincere la tappa. I due bimbi che hanno fatto l’asilo insieme in Estonia sono lassù. Quello è stato l’apice di una carriera che adesso si è chiusa. «Sono grato per tutte le persone che ho incontrato e per tutte le gare a cui ho partecipato» ha detto.