Quintana: il TAS respinge il ricorso. Nairo ha violato le norme dell’UCI

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Nairo Quintana durante la terza tappa del Giro del Delfinato 2020 (foto: A.S.O./AlexBroadway)
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Il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna ha respinto il ricorso di Nairo Quintana confermando la decisione emessa dal direttore sanitario dell’Uci, ovvero l’estromissione del colombiano dalla classifica del Tour de France 2022. Quintana ha violato le regole mediche Uci.

Nel luglio di quest’anno Nairo Quintana ha chiuso il Tour al sesto posto in classifica generale, ma analisi di laboratorio di due campioni di sangue essiccato da lui forniti hanno rivelato presenza di tramadolo (oppioide sintetico, antidolorifico) e dei suoi due principali metaboliti. Il 26 agosto, Quintana aveva presentato ricorso al Tas chiedendo l’annullamento della decisione del settore medico dell’Uci.

Quintana non era stato sospeso (ecco perché a fine settembre ha corso la prova in linea dei Mondiali di Wollongong), la sanzione era limitata solo ed esclusivamente al Tour dato che il Tramadol non è una sostanza vietata dall’Agenzia Mondiale Antidoping, anche se ne è proibito l’utilizzo in gara. Il colombiano, che nelle scorse settimane ha rescisso il contratto con l’Arkea-Samsic, potrà quindi correre regolarmente nella prossima stagione.

Secondo il comunicato, il Tas ha ritenuto che la presenza di tramadolo nel sangue del 32enne scalatore colombiano fosse sufficiente a giustificare la sanzione inflitta dall’Uci il 17 agosto. Tanto più che l’Uci ha agito “per motivi medici e non per ragioni legate al doping“, e quindi nell’ambito del suo “potere e competenza disciplinare“, secondo il Tas, al quale Quintana si era appellato a inizio settembre.

L’UCI aveva squalificato il corridore e lo aveva multato di 5.000 franchi svizzeri dopo aver analizzato due campioni di sangue secco prelevati l’8 luglio (settima tappa) e il 13 luglio (undicesima tappa), i quali rilevavano la presenza di questo prodotto che è al centro di dibattiti scientifici ed etici. Il tramadolo, un oppiaceo sintetico, è stato infatti a lungo “sotto sorveglianza” da parte dell’Agenzia mondiale antidoping (Ama) senza comparire nell’elenco delle sostanze proibite, il che ha vietato alle federazioni sportive di includerlo nei loro regolamenti antidoping.

Il 23 settembre, l’Ama ha infine deciso di vietarlo da tutte le competizioni a partire dal 2024, citando gli studi che dimostrano i suoi effetti sulle prestazioni fisiche, nonché i rischi significativi di dipendenza. Ma l’Uci, notando l’uso particolarmente diffuso di questo prodotto nel ciclismo – tra i campioni di urina positivi al tramadolo prelevati nel 2017 in 35 sport olimpici, il 68% riguardava le due ruote –, lo ha vietato all’inizio del 2019 attraverso il suo regolamento medico.

L’organismo mondiale del ciclismo ha citato due rischi, la “dipendenza progressiva” e soprattutto la sonnolenza e la perdita di attenzione, “che aumentano il rischio di cadute durante le gare”, a maggior ragione in plotoni sempre più nervosi.

In un comunicato, l’Uci ha accolto con favore la decisione del Tas sul caso Quintana, affermando che essa “rafforza la validità del divieto del tramadolo per proteggere la salute e la sicurezza dei corridori“.