Là davanti Pogaçar aveva un’altra cilindrata, ma lui era ancora una volta là, a qualche secondo, a lottare con i migliori. Alejandro Valverde ha onorato se stesso fino all’ultimo, chiudendo il Lombardia, la sua gara d’addio, al sesto posto. A 42 anni e mezzo.
Degno epilogo di una lunghissima e prodigiosa carriera, due decenni di trionfi centrati e sfiorati, su ogni rotta del ciclismo internazionale. Finisseur, fondista, scalatore, cronoman, all’occorrenza ottimo velocista: Valverde è stato un po’ tutto, con una dedizione e una costanza che hanno pochi riscontri nella storia del ciclismo.
A volte criticato per eccessivo attendismo, a volte per un pizzico di opportunismo, si ritira comunque con un palmares regale: un mondiale, quattro Liegi, addirittura cinque edizioni della Freccia Vallone. E poi una Vuelta e ben otto podi complessivi nelle tre grandi corse a tappe.
Di seguito, quibicisport.it propone dieci immagini per abbracciare idealmente i suoi vent’anni da protagonista.
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