Si è alzato un grande polverone attorno alla CRO Race, gara vinta da Matej Mohoric e conclusasi ieri con il successo in volata di Elia Viviani. Più che la sfida tra i protagonisti ha tenuto banco la dura critica che i corridori hanno rivolto all’Uci per le scarsissime misure di sicurezza.
Le riprese del finale della sesta tappa di ieri a Zagabria ha mostrato il gruppo pedalare tra le linee del tram, curve molto strette e pedoni nel bel mezzo della strada. Fortunatamente non è successo nulla di grave, ma i video che girano sui vari social lasciano attoniti corridori e addetti ai lavori.
Una delle maggiori critiche è arrivata dall’esperto Jos Van Emden, che si è lamentato con i commissari dell’Uci per la pericolosità dei finali di gara. Come ha spiegato però, le proteste sono state tutte respinte e rimandati al mittente. «Un percorso del genere dovrebbe essere inaccettabile. C’erano le linee del tram, i pali per impedire alle auto di parcheggiare, le buche in discesa. L’Uci deve fare qualcosa, ma per me ha perso ogni credibilità. Hanno dimostrato che a loro non interessa della nostra sicurezza».
Non è stata solo l’ultima tappa oggetto delle critiche, bensì anche la quarta frazione. «Sono stati 200 chilometri rettilinei, e non difficili, quindi uno sprint di gruppo chiaro, ma poi abbiamo avuto sette o otto curve strette in un chilometro. Ha iniziato a piovere nell’ultima ora, quindi alcuni dei corridori hanno chiesto se avrebbero preso il tempo all’entrata del circuito finale. Ma i commissari dell’UCI hanno detto che non vedevano nulla di pericoloso. Quella fu la fine della discussione. Per fortuna sono rimasti tutti in piedi. Questa è stata la mia prima volta alla Cro Race e sarà l’ultima».