Mondiali Wollongong 2022 / Parla Marco Velo: «Clima disteso e ottime gambe. Così preparo il mio primo mondiale da cittì»

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Marco Velo in una foto d'archivio ai mondiali 2021
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Per Marco Velo quella di domenica sarà una giornata speciale. Per la prima volta infatti sarà il commissario tecnico delle prove contro il tempo di tutta la nazionale italiana a un campionato del mondo. Una responsabilità non da poco che però non cambia il modo di lavorare del quarantottenne lombardo. «È vero, è il primo mondiale in questa veste, ma in realtà il mio ruolo è sempre lo stesso. Anche al fianco di Cassani io mi occupavo delle cronometro, solo che curavo esclusivamente i professionisti, mentre ora ho in mano tutto il settore, juniores, U23 e donne comprese. Credo di aver scelto i migliori cronomen che abbiamo in Italia in questo momento».

Ma il discorso di Velo verte immediatamente sulle varie prove e sul percorso considerato fin troppo impegnativo per alcune categorie. «Sarà una cronometro non lineare, dove spesso bisognerà rilanciare per fare velocità. Avremo bisogno di gambe potenti e fresche. Per i professionisti il chilometraggio è piuttosto contenuto, ma per le donne 33,2 chilometri non sono affatto pochi. Stesso discorso per gli Under 23 che ne dovranno affrontare 28,8. Comunque analizzeremo il tutto nella ricognizione di domani, quando il tracciato sarà chiuso al traffico».

Con quali aspettative Velo e gli azzurri si presentano alla crono iridata? «Non vi nego che le mie aspettative sono piuttosto alte, ma dire quante medaglie conquisteremo non mi piace. I rivali? Non parlo di loro, ma solo dei miei azzurri. Innanzitutto mi fa piacere vedere i ragazzi sereni e tranquilli. Il clima è disteso e devo fare loro i complimenti per aver convissuto e creato un bell’ambiente».

Sì perché uomini e donne condivideranno la scena nell’interessante mixed relay di mercoledì prossimo. A Trento conquistammo la medaglia europea continentale, ora puntiamo ancora più in alto. «Osservavo negli allenamenti di questi giorni non solo lo scambio di idee tra gli elite, ma anche la condivisione dell’esperienza con i più giovani, tipo gli juniores e le juniores».