Addio a Elisabetta, regina delle Olimpiadi: lei, Froome, Cavendish e la gaffe di Wiggins

Elisabetta II con Bradley Wiggins (foto: Instagram Wiggins)
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Diceva, scherzando, di essere l’unica inglese ad avere nel curriculum sette Olimpiadi, di cui cinque estive e due invernali. Elisabetta II, capo di stato di Gran Bretagna, Canada e Australia, ha infatti presieduto i Giochi Olimpici di Melbourne 1956, Montreal 1976, Calgary 1988, Sydney 2000, Vancouver 2010 e Londra 2012. Ma il suo rapporto con i Giochi risale addirittura al dopoguerra, quando accompagnò il padre, re Giorgio VI, a inaugurare le Olimpiadi di Londra del 1948: dunque sono sette le edizioni dei Giochi che l’hanno vista presente. Quattro anni dopo, nel ’52, Elisabetta diventò regina.

Ai Giochi di Londra, dieci anni fa, fu protagonista assoluta della cerimonia di apertura grazie a un video in cui recitava di fianco a James Bond, la spia più famosa al suo servizio: era l’attore Daniel Craig a impersonare 007, mentre Elisabetta recitava nella parte di se stessa, per quanto trasformata in una sorta di Bond Girl. Dopo essere uscita da Buckingham Palace in taxi assieme a Bond, prendeva l’elicottero con lui fino allo stadio Olimpico e insieme si lanciavano col paracadute sulla cerimonia d’apertura. Ovviamente l’ultima sequenza era recitata da controfigure, ma Elisabetta si era divertita moltissimo e subito dopo la fine del video era sbucata nel Palco Reale con lo stesso soprabito e l’identico cappellino rosa con cui aveva recitato accanto a James Bond. La seconda figlia della regina, la principessa Anna, gareggiò ai Giochi di Montreal nell’equitazione, ma senza successo. Mentre la nipote di Elisabetta, Zara Phillips, figlia di Anna, ai Giochi di Londra 2012 portò a casa la medaglia d’argento nella gara a squadre. Si parla sempre di equitazione, ovviamente: noblesse oblige. Le gare si svolgevano nel parco dei Giochi: il Queen Elizabeth Olympic Park. Zara dunque gareggiava doppiamente in casa: praticamente nel cortile di sua nonna. A Melbourne e a Sydney, a 44 anni di distanza, fu suo marito Filippo, duca di Edimburgo, a inaugurare i Giochi.

Il rapporto speciale di Elisabetta II con i miti del ciclismo britannico

Elisabetta II però ha avuto un rapporto speciale anche con i miti del ciclismo britannico, a partire da quando ha nominato baronetti Chris Hoy, il superman della pista, e Bradley Wiggins, primo inglese a vincere il Tour de France nel 2012. Lo stesso Wiggo però fu protagonista di una celebre gaffe nei confronti della sovrana alla vigilia delle Olimpiadi di Londra del 2012. Intervistato da un quotidiano inglese, rievocando tutti i messaggi ricevuti all’indomani del trionfo al Tour, Wiggins disse: «Mia moglie era estasiata perché la Regina ci aveva mandato una lettera. Io le ho detto: chi se ne frega della regina (fu un po’ più diretto di così, ndr), Johnny Marr mi ha mandato un messaggio su Twitter. E ho ricevuto un messaggio da Dio, ovvero Robbie Fowler». Johnny Marr è stato una delle due metà degli Smiths, band di culto degli anni Ottanta, Fowler invece era il centravanti del Liverpool negli anni Novanta e Wiggo è un super tifoso dei Reds. Nel 2015 la regina nominò Chris Froome Ufficiale dell’Impero britannico, ordine cavalleresco fondato nel 1917 da Giorgio V, dopo la sua seconda vittoria al Tour de France. Froomey si disse «estremamente orgoglioso e modesto» del riconoscimento. Di tutt’altro stampo il commento di Mark Cavendish, ricevuto a palazzo con la moglie Peta nel 2021. «Mi è sembrato di prendere il the con mia nonna», disse.