L’avvocato di Quintana contro l’Uci: «Il campione non è stato analizzato da un laboratorio Wada e non esiste un campione B. È tutto molto strano»

Quintana
Nairo Quintana alla Tirreno-Adriatico (Foto:Marco Alpozzi - LaPresse)
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La Vuelta è ormai partita da alcuni giorni senza uno dei suoi protagonisti più attesi, Nairo Quintana. Dopo essere stato squalificato dal Tour de France per la sua positività al Tramadol, il colombiano sta preparando la sua difesa. Ricordiamo che la sostanza in questione non è vietata dalla Wada, ma l’Uci vieta di utilizzarla in corsa.

Quintana ha fatto ricorso al Tas per provare la sua innocenza e per farlo si è affidato all’avvocato Andrés Charria, legale specializzato nello sport, che ha lasciato ieri una dichiarazione piuttosto forte a Blog Deportivo.

«È un processo insolito, nuove cose che l’Uci inventa. Il Tramadol non è proibito dalla Wada, in quanto oppioide sintetico che viene utilizzato per ridurre il dolore. L’Uci ha deciso che non è doping, ma che è prevista una sanzione. Non credo sia un complotto, ma è tutto molto strano e frettoloso. Il regolamento dà solo dieci giorni di tempo per il ricorso, quando di solito sono 21, in più il campione non è stato analizzato da un laboratorio accreditato Wada. Non esiste neppure un campione B e tutto ciò non mi torna».

Cosa chiede dunque l’avvocato? «La revoca della sanzione. Cosa sta cercando l’Uci è bene capirlo, perché se questo riguarda la salute, allora è la Wada che deve operare. Stanno ignorando i diritti minimi di una persona, non lo hanno avvisato o chiamato per una dichiarazione, quando il regolamento dice che devono ascoltarlo».