Nibali, al via l’ultima Vuelta: «Inseguo un’altra vittoria. 4-5 anni per un altro Nibali»

Nibali
Vincenzo Nibali al campionato italiano 2022
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Quarto al suo ultimo Giro, Vincenzo Nibali parte questa sera per la sua ultima Vuelta. Il primo grande Giro che ha vinto, di cui ricorda «La poca consapevolezza di quello che potevo fare con la quale mi presentai. Avevo la testa libera. Pedalavo con leggerezza assoluta. Bello». Il fuoriclasse siciliano dell’Astana ha raccontato la sua vigilia alla Gazzetta dello Sport. «Sono più tranquillo che mai. Non ho pressione. Mi sono dato una specie di slogan: prendo tutto seriamente, ma alla leggera. Sto bene, di fisico e di testa. Non mi sento come se dovessi fare chissà che, non devo dimostrare niente. Ma il segno, voglio lasciarlo. Certo che sì».

Scrive Ciro Scognamiglio che Nibali sta già pensando al futuro, che sarebbe vicino all’accordo per diventare ambasciatore di un marchio di abbigliamento ciclistico che sarà al fianco di una squadra nuova di matrice svizzera, professional ma molto ambiziosa. Si parla del manager Doug Ryder (ex Qhubeka), di sponsor come Ubs e Breitling, e tra non troppo potrebbero esserci novità interessanti in tal senso. Ma parte la Vuelta, e Nibali è Nibali. «Non penso alla classifica generale, piuttosto a cogliere un successo di tappa. Al Giro mi è mancato. Poteva arrivare a Torino, ma mi hanno marcato tanto mentre Yates, che non era in classifica, non l’hanno neppure guardato». Vincenzo non esclude di uscire presto di classifica per avere più libertà di movimento. Sarebbe strano, di fatto non ci è mai riuscito. «Vediamo i primi giorni. Magari non da subito. Proverò a stare lì con i migliori, ma se non ci riesco, nessun dramma».

Nibali ribadisce la sua decisione di smettere, nonostante le proposte come quella della Eolo-Kometa. «Non era nelle mie corde fare un passo indietro rispetto alla decisione presa. L’ultima gara su strada sarà il Lombardia dell’8 ottobre». Parla anche di Mondiale. «Sono in contatto con il c.t. Bennati, però ho più la testa sul Lombardia, dico la verità». Quanto al nuovo Nibali, Vincenzo dice che dovremo aspettare. «Quattro-cinque anni, di sicuro. Gli italiani è più facile che emergano quando sono un po’ più maturi. Anche per me è stato così. Dovevo formarmi, quando sono passato tra i pro’. Ci sono quelli che già a 20 anni lo sono, ma oggi si pretende troppo dai giovani. C’è il rischio di perdere per strada i talenti. Di accantonarli, se non ci sono subito risultati. E questo è sbagliato».