Europei su pista 2022 / Zanardi è argento nella corsa a punti. Prima delle umane dopo l’aliena Kopecky

Silvia Zanardi, medaglia d'argento nella corsa a punti agli Europei su pista 2022
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È arrivata la sesta medaglia per l’Italia agli Europei su pista 2022, la terza d’argento! Giunta dopo lo splendido secondo posto di Silvia Zanardi nella corsa a punti, un risultato che vale come una vittoria considerando la prova superlativa di Lotte Kopecky. La campionessa del mondo della specialità ha fatto gara a sè quando a sedici giri dalla fine è andata via da sola mettendo in cassaforte la medaglia d’oro.

Ad inizio gara sembrava che in alcune circostanze Zanardi stesse spendendo un po’ troppo, ma invece ha retto fino alla fine battendo la francese Victoire Berteau, bronzo. Quest’ultima è stata l’avversaria più ostica per l’argento, ma l’azzurra, che già aveva messo al collo questa medaglia nella corsa a punti agli Europei di Plovdiv 2020, non ha mollato mai. Zanardi aggiunge la medaglia conquistata oggi a quella vinta, sempre d’argento, nell’inseguimento a squadre.

Chi è Silvia Zanardi, la vice-campionessa europea della corsa a punti che non sa scegliere tra pista e strada

Eleonora, sua madre, si è dovuta rassegnare. «Mi portava a danza, non voleva saperne di vedermi correre in bicicletta. Diceva che mi sarei rovinata le gambe, che sarei diventata un mezzo maschiaccio». Silvia è diventata una ciclista, e ha imparato a vincere. Su strada e su pista. Campionessa europea Under 23 un anno fa a Trento, argento agli Europei di Monaco a 22 anni. «Io non vorrei dover scegliere fra pista e strada perché le amo allo stesso modo». La sua carriera Silvia l’ha costruita un passo dietro l’altro, cercando di non strappare. Nel 2018 ha vinto due titoli mondiali juniores su pista, Corsa a punti e Inseguimento a squadre, l’argento europeo sempre nell’Inseguimento a squadre e il titolo italiano nel Keirin. Nel 2020 l’oro europeo nella Corsa a punti U23 e l’argento fra le Elite. La prima volta era andata ad accompagnare suo fratello Marco, che ha due anni in più di lei. «Il medico gli aveva consigliato il ciclismo perché aveva problema di asma. Io andai con lui». Anche Antonio, il papà di Silvia, aveva corso fino alla categoria juniores. «Un giorno stava facendo una salita, moriva di fatica. Quando è arrivato in cima, ha lanciato giù la bici e ha detto: mai più». Anche Marco ha smesso quando era fra gli juniores. Lei invece si immagina ciclista anche fra dieci anni, «sarò una professionista, avrò esperienza e mi divertirò ancora come adesso». Sogna un giorno di far parte della squadra che andrà all’Olimpiade, magari già a Parigi.

Casa è a Piacenza, «anche se mi sembra di non esserci mai», e da piccola Silvia si allenava al velodromo di Fiorenzuola, «adesso non ci vado praticamente mai, quando devo allenarmi su pista vado a Montichiari, un’ora andare e una tornare, va via tutto il pomeriggio, ma almeno adesso ho la mia macchina». Con le altre azzurre della pista sono una squadra, «siamo tutte amiche, ci vogliamo bene». Silvia ha fatto il liceo artistico, e ha preso il diploma da grafica. Per adesso disegnare è l’altra passione. «Mi rilassa»