
Meglio del top-player funziona il top-runner, il top-worker, il top-warrior. Il tipo che corre, che suda, che lotta. La terza tappa del Tour de France Femmes 2022 ha visto salire sul centro del ring le migliori interpreti che si giocheranno la vittoria finale e a essere messa in un angolo è stata l’atleta che non ti aspetti: Annemiek Van Vleuten, con la sua pedalata sgraziata e ciondolante ha subito i colpi delle avversarie, ma non è affondata. Con la flamme rouge di Tatiana Guderzo, è il giorno della vittoria della Ludwig nel nome anche di Marta Cavalli, ma soprattutto di Elisa Longo Borghini e Silvia Persico: la piemontese della Trek-Segafredo corre per la maglia gialla e deve credere nell’obiettivo. Da rivedere la tattica della SD-Worx che in superiorità numerica ha sciupato una grande occasione.
Lacrime di gioia oggi per la FDJ Suez Futuroscope: la vittoria della Ludwig è anche per Marta Cavalli.
«Una vittoria dedicata credo sia alla sua stagione non del tutto fortunata, in più anche alla compagna di squadra molto sfortunata ieri».
Sul Bernon il gruppo delle migliori si è spaccato in due: tatticamente ti ha convinto l’atteggiamento del gruppetto di testa?
«Ho visto un gruppetto che ha cercato di collaborare, cercando di staccare la stessa Vos. Ma dopo la caduta della Vollering e della Lippert lì i cambi sono un attimo cambiati, soprattutto per la SD-Worx. Ho visto invece una Longo Borghini che era quella che ci credeva di più e anche la Persico ha avuto la possibilità di prendere la maglia gialla. Le altre sono andate un po’ al risparmio, non hanno affondato il colpo al massimo. Se Moolman, Mavi Garcia e le altre avessero collaborato tutte, il distacco della Vos sarebbe stato maggiore».
La Van Vleuten si è staccata, ma grazie al controllo tra le altre big non ha perso tantissimo. La SD-Work ha fatto bene?
«La SD-Worx in superiorità numerica avrebbe dovuto giocarsi meglio le sue carte. Mi fa strano anche che tutte le altre atlete, molte di queste sono al Tour de France Femmes 2022 per far classifica, non hanno pensato di collaborare in modo tale da guadagnare più terreno possibile sulla Van Vleuten. Penso sia stata una leggerezza di tute le ragazze. La SD-Work doveva iniziare un’azione da subito e non temporeggiare per staccare una Van Vleuten in difficoltà».
Occasione sciupata: ricapiterà una giornata così all’olandese?
«In queste tappe il distacco non è che possa essere eccesivo: si tratta di dieci-quindici-venti secondi che fanno comunque comodo, ma nello stesso tempo con una tappa come quella di domani dove la tecnica e la condizione sarà fondamentale, si sono un po’ studiate senza sprecare eccessive energie».
Non hanno voluto affondare il colpo sulla Van Vleuten, ma una Longo Borghini così può sognare la maglia gialla?
«La Longo Borghini è una delle poche che stanno correndo per la maglia gialla e per inseguire un sogno importante. Da italiana e da amica glielo auguro di cuore. Non dico che sia la più accreditata, perché sono un po’ superstiziosa, ma la gamba c’è e può giocarsela».