È stato un Giro Donne bellissimo iniziato con la vittoria e la maglia rosa di Elisa Balsamo nella seconda tappa e concluso con la volata vincente di Chiara Consonni su Rachele Barbieri a Padova. Ma è stato soprattutto il Giro di Marta Cavalli, seconda sul podio dietro la vincitrice Annemiek Van Vleuten. «Marta Cavalli – dice Borgato – a me piace molto per il suo modo di interpretare il ciclismo: seria, meticolosa sa cosa vuole dalla vita e dal ciclismo. Era al suo terzo Giro d’Italia e abbiamo scoperto una ragazza per i grandi Giri. Ha tenuto per dieci giorni senza avere mai una giornata di crisi. Marta ha davanti un lungo futuro da scrivere molto roseo e penso che un giorno possa ambire a vincere un Giro d’Italia». Cliccate play e ascoltate tutta l’intervista sul canale YouTube di quibicisport!
Giro Donne, le pagelle finale di Giada Borgato
Dalla quarta tappa di Cesena la padrona assoluta della maglia rosa è stata Van Vleuten. «Annemiek è una fuoriclasse. Ha attaccato. A Cesena ha dato una dimostrazione di forza, l’ha ridata sul Maniva e nella tappa di Aldeno. E’ arrivata al Giro forse non al cento per cento, ha tenuto da parte qualcosa sapendo di dover fare anche il Tour».
Tra le promosse del Giro Donne anche la campionessa del mondo Elisa Balsamo. «Due vittorie di tappa, la maglia rosa, la maglia ciclamino: Elisa Balsamo deve essere orgogliosa del suo Giro, ha vinto di forza e di intelligenza». Peccato invece per il podio sfuggito a Longo Borghini per 49 secondi. «Se non avesse avuto la giornata no di Cesena, Elisa sarebbe potuta salire sul podio. Il suo Giro è finito in crescendo, ora deve pensare al Tour, e lì può ambire a qualcosa di importante». Domenica 24 luglio appuntamento a Parigi per la prima tappa del Tour Femmes… «Oltre a Van Vleuten e Longo Borghini, ci saranno atlete che hanno saltato il Giro per puntare tutto sulla maglia gialla come Demi Vollering, Ashleigh Moolman e Kasia Niewiadoma. Poi vedremo cosa succederà in casa Fdj perché la capitana sarà Cecilie Ludwig e non Marta Cavalli. Ma è anche vero che è la strada a decidere le gerarchie…»
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