GIRO D’ITALIA U23 / I rimpianti di Guzzo: «Abbandonare così fa male, ma voglio guardare avanti al Tricolore»

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Federico Guzzo alla Firenze-Empoli 2022
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Nelle parole di Federico Guzzo c’è tanta delusione. Abbandonare il Giro d’Italia U23 per una caduta dovuta a uno spartitraffico fa male, soprattutto perché la condizione era ottima e la fiducia altissima. La primavera del portacolori della Zalf è stata a dir poco eccezionale. Ha vinto Firenze-Empoli, San Vendemiano e Coppa della Pace, ma è stato capace anche di salire sul podio al Mantovani, Belvedere e Biella. Risultati importanti che gli è valsa anche la leadership assoluta del Prestigio Bicisport.

Al Giro partiva con grandi ambizioni, ma anche queste sono le corse. Guzzo lo sa bene. Non vuole piangersi troppo addosso perché davanti c’è un altro grande obiettivo, il campionato italiano in Emilia Romagna.

Guzzo, innanzitutto come stai? Quali sono state le conseguenze della caduta?

«Così e così. Sono risalito oggi in bicicletta dopo la caduta di domenica. Mi sono fermato per due giorni per permettere di far riposare completamente gli strappi addominali e la gamba. Però il mio ritmo è stato molto blando: ho pedalato circa un’oretta per riabituarmi».

Ma cos’è successo?

«Una caduta che potevamo evitare. Ho visto troppo tardi lo spartitraffico e sono finito a terra. Preso dal momento sono riuscito a portare a termine la tappa, ma già la sera stessa avevo capito che c’era qualcosa che non andava. Ho provato il giorno seguente a ripartire, ma non riuscivo a muovere la gamba».

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Federico Guzzo vince il Trofeo Città di San Vendemiano (foto: Bolgan)

Eri arrivato al Giro con grande fiducia…

«Assolutamente, per questo la delusione è doppia. Ho fatto una prima parte di stagione buona a mio avviso e venivo dalla vittoria alla Coppa della Pace e dall’esperienza in Repubblica Ceca con la nazionale. Avevo una buona gamba, sentivo che potevo fare bene in qualche tappa».

Quale principalmente?

«Due si adattavano alle mie caratteristiche. La seconda con arrivo a Pinzolo, che presentava un finale molto movimentato. Ma anche la quinta, quella di domani, con diversi strappi dove si poteva fare la differenza. Anche nella settima probabilmente potevamo dire la nostra».

Un Giro che si era aperto molto bene per voi con la vittoria (e maglia rosa) di Bruttomesso…

«Siamo partiti molto forte, anche io sentivo di stare bene così ho aiutato Bruttomesso a mettersi nella migliore posizione per lanciare lo sprint. Una vittoria bellissima la sua, ma frutto di un grande lavoro di squadra».

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Federico Guzzo abbraccia i suoi compagni dopo la Firenze-Empoli

Si parlava di te anche come uomo di classifica, è così?

«Il nostro uomo di classifica era ed è Raccani, che purtroppo però ha sofferto un po’ nella tappa di Santa Caterina. Il livello è altissimo e seguire quei ragazzi lì non era affatto semplice. Io avrei visto di giorno in giorno come stavo, ma senza curare la classifica come primo obiettivo».

L’italiano si avvicina, l’hai messo nel mirino?

«Sì, dovrei rientrare proprio all’italiano. Il percorso mi piace, sembra impegnativo e buono per le mie qualità. C’è da capire come ci arriverò. Moralmente è stata una bella batosta, ma non mi piace piangermi addosso, voglio guardare avanti».

C’è anche l’Avenir con la nazionale…

«Sì, ma è ancora presto per dirlo. Amadori sceglierà i migliori corridori in quella fase della stagione e in mezzo ci sarà anche il Valle d’Aosta a dare indicazioni al cittì. Non credo che le cose fatte in primavera mi assicurino il posto in nazionale. Certo mi piacerebbe molto rivestire la maglia azzurra, così come fatto alla Corsa della Pace».

Viste le ottime prestazioni finora, si è avvicinata qualche squadra professionistica?

«Non è il momento. Siamo ancora a giugno e la stagione è lunga: per parlare di professionismo c’è tempo».