AMARCORD/105 Bettini irresistibile, il tricolore è suo. Pozzato, un pugno di rabbia

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C’era Pozzato, ventunenne con un curriculum già pieno di vittorie, e c’erano i veterani Bartoli e Rebellin. Poi altri predatori temibili, come Nardello, Commesso e Paolini. Un parterre niente male, con un obiettivo e un problema comune: nell’ordine, la maglia tricolore edizione 2003 e la presenza in mezzo a loro di un Bettini in giornata.

Il finale verso il traguardo marchigiano di Saltara era l’ideale per il Grillo: circa duemila metri di ascesa leggera ma costante, che dopo i 240 chilometri già alle spalle potevano tramutarsi in un calvario. A 29 anni, Bettini era nel mezzo del suo cammino di campione: i due titoli mondiali e l’oro olimpico erano di là da venire, ma due Liegi e una Sanremo lo qualificavano già come pericolo pubblico, specie negli arrivi complicati.

Il sogno di Quinziato spento a un passo dall’arrivo

Partì Nardello, campione italiano due anni prima, ma era un colpo a salve, presto riassorbito dal gruppetto di testa. Più convinta la sparata di Manuel Quinziato, poco prima dell’ultimo chilometro. Ottimo cronoman (campione europeo Under 23 nel 2001), Quinziato prese il largo, spinse come un dannato, ma la pendenza finì per imballarlo e il suo sogno si spense ai duecento metri. A quel punto era già volata e c’era già Bettini davanti a tutti. Pozzato tentò di affiancarlo, ma poté solo picchiare rabbiosamente un pugno sul manubrio e rimandare l’appuntamento tricolore (lo avrebbe centrato sei anni dopo).

Una settimana dopo, Bettini era al via del Tour de France, che nel 2003 festeggiava i suoi cento anni. Andò più volte vicino al successo di tappa, ma quelle della Grande Boucle non erano le sue rotte preferite. Si rifece con un agosto strepitoso, vincendo le classiche di Amburgo e San Sebastian, con la sua bella maglia tricolore sulle spalle.