PARIGI-ROUBAIX / Martinello cautamente ottimista su Ganna: «E’ adatto, ma possono mancargli esperienza e corse nelle gambe»

Ganna
Mario Scirea e Mauro Gianetti insieme a Filippo Ganna alla Parigi-Roubaix 2018, la prima tra i professionisti e finita oltre il tempo massimo
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Sono in molti a sostenere che Filippo Ganna possa centrare un gran risultato alla Parigi-Roubaix. La vittoria? E’ quello che tutti si augurano, anche se trattandosi della sua prima volta su quel pavé con ambizioni importanti non sarebbe da disdegnare nemmeno un ottimo piazzamento. Silvio Martinello crede nelle possibilità del piemontese, ma allo stesso tempo non gli sfuggono alcuni fattori che potrebbero incidere in negativo sulla corsa del campione del mondo delle cronometro.

Silvio, quale nomineresti per primo?

«Direi la scarsa esperienza da capitano in prove del genere. Alla Roubaix ha partecipato due volte: nel 2018 è finito fuori tempo massimo e nel 2019 s’è ritirato. E’ vero, adesso Ganna è un corridore completamente diverso: più forte, più convinto dei propri mezzi. Però questi suoi trascorsi non giocano certamente a suo favore».

Secondo te perché non ha mai partecipato alla Roubaix per centrare un bel risultato?

«Non credo sia colpa sua, lui ha sempre detto che un giorno gli sarebbe piaciuto vincerla. Una volta c’è già riuscito, ma era il 2016 e lui militava tra gli Under 23. Sono due corse differenti, quindi poco probanti: quella riservata ai dilettanti è più corta, con meno chilometri di pavé e organizzata solitamente tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, non nella prima metà d’aprile. Molto semplicemente, fino ad ora lui e le squadre in cui ha militato ambivano ad altro: alla pista e alle cronometro, ad esempio».

La stagione di Ganna è iniziata bene, con tre cronometro individuali conquistate tra l’inizio di febbraio e quello di marzo, ma ha avuto anche qualche intoppo fisico. Come arriva alla Roubaix?

«Poteva arrivarci meglio, senza dubbio. Credo che lui sarà il primo a riconoscerlo. Dalla Sanremo ad ora ha preso parte soltanto al Circuit de la Sarthe, preferendo ritirarsi per precauzione dopo tre tappe. Ganna ha già dimostrato d’avere fondo e resistenza, non si discute, ma l’aver corso poco nell’ultimo mese potrebbe farsi sentire».

Quest’anno nemmeno una semiclassica del Nord per prendere confidenza con l’atmosfera, il pavé e gli avversari.

«Da quello che so avrebbe dovuto farne un paio, ma qualche sintomo influenzale gliel’ha impedito. E’ probabile che gli manchi qualcosa. Fortunatamente per lui corre in una grande squadra che sta attraversando un ottimo momento di forma».

Il podio di Van Baarle al Fiandre, il trionfo di Dani Martinez ai Paesi Baschi, gli acuti di Kwiatkowski e Sheffield rispettivamente all’Amstel Gold Race e alla Freccia del Brabante. 

«Secondo me corre nella formazione giusta per inseguire la vittoria. Se sarà capitano? Credo proprio di sì. Se così dovesse essere, potrà contare su dei grandi compagni: Rowe, Turner, Van Baarle e i due recenti vincitori di Amstel e Brabante, Kwiatkowski e Sheffield».

Come giudichi la guida del mezzo di Ganna? Anche quello sarà un fattore decisivo.

«Mi pare ottima, non ricordo tante sue cadute o sbandate. Non dimentichiamoci che viene dalla pista e a volte tira le volate ai velocisti: sintomo di lucidità, di carattere, di pelo sullo stomaco. E’ pur vero che sul pavé della Roubaix queste qualità potrebbero non bastare. Come ho detto in precedenza, un po’ d’esperienza in più non guastava».

Silvio, in definitiva cosa ti aspetti dalla Roubaix di Filippo Ganna?

«Io credo che abbia tutti i requisiti per provare, un giorno, a vincere la Parigi-Roubaix: è forte sul passo, può contare su un fisico possente, corre in una squadra all’altezza della situazione e ormai sta familiarizzando con un certo tipo di pressioni e ambizioni. Tuttavia, la Roubaix è imprevedibile e lui non ci arriva al meglio: nell’ultimo mese ha corso pochissimo e i suoi precedenti al Nord, seppur da gregario e non da capitano, non sono memorabili. Vedremo, per noi italiani sarà uno dei motivi di maggior interesse».