Il Vigorelli nelle parole di Beppe Conti: «Dal record di Olmo alle imprese di Maspes e Coppi. E quel pianto del Campionissimo tra gli applausi del pubblico»

Vigorelli
Fausto Coppi al Vigorelli
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Per la prima volta nella sua lunghissima storia, la Milano-Sanremo prenderà il via dal velodromo Maspes-Vigorelli, la pista che tanti trionfi ha regalato al ciclismo italiano e non solo. Dal parquet della pista milanese sono passati diversi campioni, non a caso è stato per anni l’arrivo del Giro d’Italia, la sede di due mondiali e di diversi record dell’ora, ma anche la partenza del Giro di Lombardia.

Per celebrare la rinascita e la riscoperta del Vigorelli, Rcs ha deciso di far partire la Sanremo da quel legno dal sapore antico. Uno scenario unico per una corsa che ogni anno risulta essere emozionante e ricca di storie. Con il nostro Beppe Conti vogliamo ripercorrere alcuni aneddoti e racconti legati al velodromo. A proposito, sapevate che proprio il giornalista vinse da allievo un torneo di velocità proprio al Vigorelli?

Gli inizi del Vigorelli

Giuseppe Olmo al Vigorelli per il suo record dell’ora nel 1935

«Il Vigorelli, un po’ come Monza per le Formula 1, può essere considerato il tempio della velocità e del ciclismo su pista. Fu costruito nel 1935 con una pista in legno di pino di Svezia, uno dei migliori che si potesse trovare all’epoca, su idea di Giuseppe Vigorelli, ex corridore e a quel tempo assessore allo sport del comune di Milano. Per l’inaugurazione si scelse di far provare a Giuseppe Olmo il record dell’ora. Pensate che la pista era completamente vuota perché non c’era stato tempo per pubblicizzare l’evento e fino a poche ore prima aveva piovuto. Fatto sta che Olmo salì sulla sua Bianchi e batté il record. Fu il primo corridore nella storia a superare i 45 chilometri.

«Nel 1942, nel pieno della guerra e poche settimane dopo i bombardamenti su Milano, Fausto Coppi compì una delle sue imprese più belle. Coprendo oltre 115 giri, il Campionissimo alzò ulteriormente la distanza, portandola a 45,798 chilometri. Celebrato dalla stampa di regime nel clima della guerra, Coppi sperava di poter evitare il servizio militare, ma purtroppo per lui venne spedito in Africa a combattere, dove da poco erano sbarcati gli anglo-americani. Venne anche catturato dagli inglesi…

I mondiali, il Giro d’Italia e il Lombardia della sfida Coppi-Magni

Guido Costa con Messina, Ogna e Maspes al Vigorelli

«Il Vigorelli fu teatro di grandi mondiali nel 1951, 1955 e 1962, anni in cui il ciclismo su pista era davvero popolare in Italia. Stella di quei campionati del mondo fu Antonio Maspes, che conquistò per ben sette volte la maglia iridata nella velocità, il primo proprio al velodromo milanese. Sua grande caratteristica? Il surplace, ovvero quella posizione di attesa in equilibrio sui pedali tipica dei pistard prima di lanciare lo sprint. A lui spetta il record di durata: ben 32 minuti, un’eternità. Si faceva anche leggere la Gazzetta mentre era in quella posizione. Così sfiancava gli avversari…

«La pista fu anche sede degli arrivi del Giro d’Italia fino al 1974, quello in cui Merckx conquistò la maglia rosa con 12 secondi su Baronchelli e 33 su Gimondi. Una delle edizioni più “chiuse” e anche per questo più belle del Giro.

«Ma era anche il finale del Giro di Lombardia. Celebre quella del 1956, vinta da Darrigarde su Coppi e Magni, alla sua ultima corsa della carriera. Il Campionissimo andò in fuga con Ronchini e dietro Magni si dannava per andare a riprenderli. Gianni Brera anni dopo raccontò che la Dama Bianca fece il gesto dell’ombrello a Fiorenzo, dicendogli “anche nella tua ultima gara, il mio Fausto te le suona per bene”. E vi risparmio la risposta decisamente non pacata di Magni…

«Fatto sta che quel gesto trasformò Magni. Diede tutto sui pedali per andare a rovinare la festa del sesto Lombardia di Coppi. Riuscì a riprendere i due fuggitivi alle porte del Vigorelli portandosi dietro un bel gruppetto. Sul parquet del velodromo, con le tribune strapiene di gente, ci si giocò la volata. A vincere, a sorpresa, fu il francese Darrigarde tra la delusione del pubblico.

«Il campionissimo, applaudito dai tifosi del Vigorelli senza sosta, scoppiò in un pianto infinito».