Ineos e Dan Bigham, l’ingegnere-ciclista arrivato dalla F1: «La scienza dà grandi opportunità»

La Ineos-Grenadiers compatta, in testa al gruppo, nella seconda tappa del Giro d'Italia 2021, la Stupinigi-Novara
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Di ciclisti-ingegneri in Italia ne sappiamo qualcosa. L’esempio di successo risponde al nome di Marco Pinotti, pluricampione nazionale a cronometro, ora nello staff tecnico della BikeExchange. La Ineos Grenadiers nello stare a passo coi tempi è tra le prime della classe e a proposito di ingegneria “prestata” alle due ruote, si avvale di Dan Bigham, britannico convocato agli ultimi mondiali in Belgio nella sfida contro le lancette. Studente in ingegneria degli sport motoristici, Bigham sta cercando ispirazione dalla Formula 1, trasferendo le competenze dei bolidi che sfrecciano sui circuiti nel ciclismo. Una grande opportunità per il team di SuperPippo Ganna ed Egan Bernal. Approfondiamo il tema, su quibicisport.

Ineos, ciclismo e Formula Uno mai così vicini: l’ottimizzazione della posizione e dei materiali passa da qui

«È una grande opportunità», ha detto Bigham. «Il mio ruolo è applicare efficacemente tutte le conoscenze derivanti dallo studio dell’aerodinamica nella Formula Uno, al fine di migliorare l’equipaggiamenti degli atleti. Anch’io corro in bici e riesco a parlare senza problemi nella terminologia dei corridori, unendola a quella dell’aerodinamica e ingegneristica. L’ottimizzazione della posizione, dei caschi, dell’abbigliamento, ma anche la selezione degli pneumatici e la loro pressione ideale fino alle strategie di scelta del cambio: stiamo cercando di costruire un ponte tra Formula Uno e ciclismo».

Alla Ineos Bigham, dopo le collaborazioni con la Jumbo-Visma e la Danimarca, in preparazione ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020, ha trovato terreno fertile per mettere in pratica le sue idee: «Il team stava già iniziando a prendere spunto dalla F1 e ha capito come l’ingegneria sia funzionale al miglioramento delle performance. L’applicazione delle conoscenze e l’orientamento alla ricerca applicata al ciclismo, permettono di sviluppare materiali su misura per i corridori».

L’esperienza diretta “sul campo” come ciclista, ha dei vantaggi notevoli al fine di ottenere parametri e risultati ideali: «Ogni volta che partecipo ai training camp, posso allenarmi con la squadra e tutti sono contenti della mia presenza. Avere il collaudatore al proprio fianco, aiuta la crescita di tutti e si procede in armonia. A un certo punto ho affrontato una salita con Filippo Ganna, Tao Geoghegan Hart, Richard Carapaz, Egan Bernal e Adam Yates, è stato un momento piuttosto surreale».