La direttrice generale dell’UCI alza la voce: «I test anti-doping non sono la soluzione più efficace. Bisogna infiltrarsi nelle squadre»

Lanaya
Amina Lanaya, direttrice generale dell'UCI, al Giro d'Onore 2021
Tempo di lettura: < 1 minuto

La direttrice generale dell’UCI, Amina Lanaya, alza la voce sul discusso tema della lotta al doping. Alcuni corridori, secondo la Lanaya, si sarebbero mostrati preoccupati da alcune situazioni e avrebbero chiesto all’Unione Ciclistica Internazionale di fare di più per controllare e sanzionare gli eventuali truffatori.

A Ouest-France, la 41 enne direttrice generale ha affermato che i test antidoping non sono la soluzione più efficace, con il doping che sarebbe sempre “un passo avanti” all’anti-doping. «Gli imbroglioni hanno sempre un margine di vantaggio, alcuni dicono che sembra di essere tornati ai tempi della Festina. I test sono importanti, ma non sono il principale strumento di lotta. A mio avviso solo l’intelligence, l’investigazione e la collaborazione con le autorità possono essere proficue.

«So che potrebbe sembrare estremo, ma penso che una soluzione è l’infiltrazione. Entrare nel gruppo, nelle squadre, pagare degli informatori. Non so se è legale, ma avrebbe sicuramente un effetto dissuasivo. Solo quando cominceranno a esserci positività tra le persone che si credono intoccabili, qualcosa cambierà. Bisogna mandare un messaggio».