Verre scalpita: «Ho già legato con Quintana. E con l’Avenir ho un conto in sospeso»

Verre
Alessandro Verre, qui al Giro d'Italia Under 23 (foto: Rodella)
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Le salite non mancano, il clima è mite, il desiderio di mettersi alla prova e lavorare con la massima serietà in attesa del grande debutto costituiscono i pilastri su cui proiettarsi al Professionismo: il giovane scalatore Alessandro Verre, ventenne lucano dalle belle speranze capace quest’anno di cogliere un ottimo sesto posto al Giro Under 23 e una bella vittoria in quel di Pollein in occasione della prima frazione del Giro della Valle d’Aosta, dopo due anni tra i dilettanti di cui l’ultimo nella corazzata della Colpack Ballan, guarda con fiducia al suo primo anno tra i Pro, nelle file della Arkea Samsic di capitan Quintana, consapevole che il ciclismo è un esercizio di pazienza, dove i chilometri macinati giornalmente saranno armi fondamentali per il domani. 

Alessandro sei pronto per il debutto tra i ‘’grandi’’?

«Assolutamente sì, non vedo l’ora. Sarà una fortissima emozione che rappresenterà un momento di crescita importantissimo per il mio futuro».

Hai già conosciuto i tuoi nuovi compagni?

«Sì, ci siamo conosciuti al primo aduno svolto con la squadra in Spagna ad Altea. Ero emozionatissimo, passare da vedere corridori del calibro di Quintana in televisione al pedalarci accanto non è roba da tutti i giorni. Ciò mi onora ma al contempo mi trasmette un forte senso di responsabilità che spero possa permettermi di migliorare sempre di più».

Come ti sei trovato?

«Molto bene, mi hanno messo subito a mio agio. Ho legato, in particolare con Nairo e gli altri colombiani: sono rimasto colpito dalla loro umiltà e dalla loro gentilezza».

Credi che passare Professionista a vent’anni sia troppo presto?

«Il ciclismo, oramai, è cambiato notevolmente e si passa sempre prima tra i Professionisti. Non ho nessun obiettivo in particolare se non quello di fare esperienza il più possibile traendo insegnamento dai corridori più maturi e già navigati. In questi tre anni alla Arkea cercherò di testarmi per capire quale sarà il mio ruolo in futuro».

Quando debutterai?

«Ancora, con esattezza, non so dirlo però molto probabilmente esordirò a fine gennaio al Gran Premio di ciclismo la Marsigliese».

Che calendario pensi di fare?

«Vedremo in questo periodo quali appuntamenti disputare esattamente però, quasi sicuramente, gareggerò al Laigueglia, al Giro dell’Appennino e a al Gran Premio Industria e Artigianato a Larciano».

Quanto è stato importante l’anno trascorso alla Colpack?

«Ha influenzato tantissimo. La stagione alla Colpack è stata molto buona, stimolante e mi ha proiettato verso scenari nuovi e importanti: il presidente Giuseppe Colleoni è una persona splendida, che ama il ciclismo, capace di stare vicino ai ragazzi e sempre pronto a motivarli. Conserverò sempre un ricordo molto positivo di questa esperienza».

Credi di rientrare nelle nazionali del CT Marino Amadori tra gli Under 23?

«Spero vivamente di sì, ci sono gare come il Tour de L’Avenir in cui vorrei mettermi nuovamente alla prova, riscattandomi dalla delusione del 2021. Sarebbe una nuova sfida  significativa, in cui poter rappresentare i colori azzurri, affrontando tappa dopo tappa con una mentalità nuova e maggiore maturità». 

La settimana tappa del Giro d’Italia, la Diamante-Potenza, passerà per le tue strade: potresti essere della partita?

«Chiaramente, appena ho visto il percorso del Giro e la presenza di questa gara, il desiderio di giocarmela e provare a distinguermi è stato fortissimo, come era inevitabile. Però, in questo momento, è meglio tenere a bada gli entusiasmi: sono molto giovane, bruciare le tappe non serve a nulla. Devo fare esperienza, farmi le ossa nelle gara più piccole per poi arrivare tra un paio di anni con la giusta maturità fisica e mentale per poter affrontare una grande corsa a tappe da tre settimane».