Allocchio risponde alle critiche di Moser: «Il percorso del Giro non può strizzare l’occhio a Ganna»

Allocchio
Stefano Allocchio in una foto d'archivio al Giro d'Italia 2021
Tempo di lettura: < 1 minuto

Risponde con decisione Stefano Allocchio, direttore di corsa del Giro d’Italia, a Francesco Moser che sul numero di dicembre di Bicisport ha criticato lo scarso peso delle cronometro nel tracciato della corsa rosa, potendo disporre di un campione del mondo come Filippo Ganna.

«Sono da 25 anni nello staff organizzativo del Giro d’Italia e non abbiamo mai tenuto conto, nel tracciare il percorso, degli interessi di un corridore piuttosto che di un altro».

Tutti gli organizzatori affermano questo concetto, ma poi nella pratica, a cominciare da quelli del Tour de France, si è sempre tenuto d’occhio l’interesse del campione del momento. Un maggior peso delle crono poteva servire non solo a valorizzare il nostro campione, ma anche ad invogliarlo ad esserci.

«Capisco la domanda, ma al momento della presentazione del Giro non si sapeva nemmeno se Ganna avrebbe deciso di correre il Giro. Magari lo favorivamo col percorso e lui non sarebbe venuto lo stesso. No, non si può disegnare un grande Giro in funzione di Tizio o Caio e poi…»

E poi?

«Ormai già da qualche anno il Giro d’Italia ha scelto una strada tecnica ben precisa. Se vedete i percorsi degli ultimi anni è evidente la tendenza a ridurre il peso delle prove a cronometro. Quindi ben vengano i corridori, ma il Giro è il Giro e non può strizzare l’occhio oggi a uno, domani ad un altro, cambiando la sua pelle i funzione degli atleti e non di una scelta tecnica precisa e con divisa».