Sven Nys una furia contro Van Aert e Van der Poel: «Pagati per correre nel ciclocross, altri non prendono un euro»

Il duello tra van Aert e van der Poel al Mondiale 2021 di ciclocross (foto: Kramon)
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Pagare per correre o essere pagati per correre? Correre per soldi o dare soldi per correre? Il tema scottante si ripropone per la Coppa del Mondo di ciclocross e ad aprire il dibattito è Sven Nys, vincitore di quattro mondiali e undici volte sul podio. Sui Social, con la tradizionale misericordia che non appartiene a certi ambienti, si è scatenata la diatriba e una condanna senza appello verso gli atleti che vengono pagati per partecipare alle gare. Van Aert e Van der Poel, in primis, sulla graticola di Nys. Giusto o sbagliato? Buoni o cattivi? Parliamone su quibicisport.

Sven Nys accusa Van Aert e Van der Poel: «Vengono pagati, ma anche gli altri sono importanti»

In una lunghissima intervista rilasciata a Wielerflits, Nys, punzecchiato sul tema dei “Top Rider” pagati, non ha usato mezze misure nel commentare la questione: «Le riforme del ciclocross hanno prodotto solo perdenti. La conferma l’ho avuto domenica a Koksijde: biglietto di ingresso a 20 euro. Nel Superprestige e nell’X2O Trophy i prezzi sono molto più bassi. Sostanzialmente, gli organizzatori delle gare di Coppa del Mondo, i corridori che partecipano e il pubblico sono dei perdenti».

Incalzato sui nomi dei corridori che vengono pagati in partenza, ecco la reazione di Sven Nys: «Ho buone fonti e indicazioni che un certo numero di corridori in Coppa del Mondo sono pagati. Mentre altri non prendono un euro. Lo posso dire con certezza, perché riguarda i miei stessi atleti. Lucinda Brand, Lars van der Haar, Toon Aerts sono rimasti a mani vuote. Non è giusto».

Quando gli viene chiesto se ha prove concrete riguardanti il trattamento speciale riservato a Van Aert e Van der Poel, afferma: «Non posso dimostrarlo, ma io so».

Nys sa, ma anche lui era pagato ai suoi tempi. L’accusa che rivolge è il fatto di non riconoscere compensi, per esempio, a Eli Iserbyt e Lucinda Brand, altri due fenomeni dell’off-road: «È vero. Ma non ero l’unico pagato. Anche gli altri ragazzi hanno avuto la loro parte della torta. Sono sempre stato a favore del seed money. Ma in proporzione. Con due corridori al via non c’è gara. Ma guardiamo Eli Iserbyt per esempio. L’uomo della stagione a oggi che ha investito il suo tempo su questo sport e a Lucinda Brand è campionessa del mondo. Non ha preso nulla e non è giusto».