Il furto delle bici da 400mila euro: indagini a tappeto, ecco come hanno agito i ladri

Il Bolide Pinarello con le quattro medaglie d'oro conquistate da Consonni, Ganna, Lamon e Milan alle Olimpiadi di Tokyo
Tempo di lettura: 2 minuti

Un colpo al cuore nel cuore della notte. Le bici rubate alla nazionale hanno lasciato tutti sgomenti, tutti nessuno escluso. Un risveglio amarissimo per la spedizione azzurra a Roubaix, dove l’Italia ha conquistato ancora una volta successi. Sono state rubate in tutto 20 bici delle quali 15 specifiche per il ciclismo su pista. Una bici del quartetto vale intorno ai 30mila euro e ora le indagini della polizia di Roubaix proseguono a tappeto, raccogliendo testimonianze dei tecnici con la speranza che i Bolidi Pinarello siano ancora nel paese. Le frontiere tra il Belgio e gli altri paesi confinanti, però, garantiscono una certa libertà. Il punto con le ultime su quibicisport.

Il furto delle bici alla nazionale italiana a Roubaix: indagini a tappeto. Le mosse e la strategia dei ladri

Le bici erano tutte customizzate per ogni singolo ciclista. Colore unico, livrea ufficiale. Manubrio stampato in 3D. La polizia di Roubaix ha raccolto la testimonianza dei tecnici e dei capisquadra italiani, ha eseguito dei rilievi ma ora si tratta semplicemente di capire se le biciclette sono ancora nel paese. E dove. Ventiquattro ore possono essere molte: e le frontiere tra il Belgio i gli altri paesi confinanti garantiscono una certa libertà. La Pinarello ha attivato una vera e propria task force setacciando qualsiasi annuncio se i ladri dovessero cercare di vendere le preziose biciclette on-line.

Ecco la ricostruzione della polizia di Roubaix, dalle prime indagini effettuate: il pullmino era parcheggiato nella zona privata dell’hotel. Sono state prelevate 20 biciclette di cui 15 da pista. Dai primi rilevamenti della polizia è emerso che si è trattata di opera di professionisti, che sapevano quale furgone scassinare, nonostante i controlli del parcheggio privato e custodito in cui si trovava il mezzo. “Erano ben organizzati – ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport Roberto Amadio, il capo delegazione dell’Italia a Roubaix -. Sapevamo della difficoltà, da questo punto di vista, della trasferta e per questo abbiamo scelto di soggiornare in un albergo con parcheggio privato e controllato pur a costo di spostamenti giornalieri più impegnativi“. Purtroppo non è stato sufficiente.