Ganna tra rabbia, dolore e amarezza: «Ci hanno rubato bici storiche. Non sarà più lo stesso senza»

Filippo Ganna, freccia azzurra della nazionale italiana, in una foto d'archivio
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Capisci il valore di una cosa o di una persona, soltanto quando le perdi. Filippo Ganna e gli azzurri della nazionale su pista non avrebbero mai dovuto arrivare a questo punto: rabbia, dolore e tantissima amarezza per il furto delle bici che hanno scritto la storia: le Bolide Pinarello azzurre e dorate, dominatrici incontrastate dall’Izu Velodrome alle Olimpiadi di Tokyo 2020, fino al Vélodrome Couvert Régional Jean-Stablinski. Ganna è a dir poco amareggiato e dispiaciuto, ecco la sua reazione su quibicisport.

Ganna e le bici rubate alla Nazionale ai Mondiali su Pista di Roubaix: «Potranno sostituirle, ma non sarà mai lo stesso»

Il capitano della nazionale di ciclismo su pista, sempre molto obiettivo, lucido e concreto nelle sue analisi di gara e non solo, ha commentato sui suoi Social ufficialI il bruttissimo fatto che ha coinvolto sfortunatamente la spedizione azzurra ai Mondiali su Pista di Roubaix, dove – ricordiamo – il quartetto composto dallo stesso Ganna, Liam Bertazzo, Jonathan Milan ha vinto l’oro e ancora il piemontese con il friulano Milan solo saliti sul podio, conquistando argento e bronzo nell’inseguimento individuale. Ecco le sue parole: «Non è tanto per il valore del mezzo in se, ma per quello che ci hanno tolto. Materiale che, per quanto potrà essere sostituito, non sarà mai lo stesso. Non saranno quelle BICICLETTE che hanno VINTO UN’OLIMPIADE E UN MONDIALE».