Pogacar: «Sogno di vincere il mondiale. Il Giro? Non so quando sarò al via, spero presto. Nel 2022 punto al terzo Tour»

Pogacar
Tadej Pogacar in maglia UAE Team Emirates alla Milano-Torino 2021 (foto: LaPresse)
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Tour de France, Liegi-Bastogne-Liegi, secondo Tour de France e Giro di Lombardia. Nel giro di poco più di un anno Tadej Pogacar è entrato nella storia del ciclismo, eguagliando record che appartenevano solo a Eddy Merckx e Fausto Coppi.

Sul palco del Festival dello Sport di Trento, organizzato dalla Gazzetta dello Sport, lo sloveno però ha voluto rispondere ad alcune domande dei giornalisti che, curiosi, ne volevano sapere di più sui suoi prossimi obiettivi. «Se c’è una corsa che sogno di vincere, quella è la prova in linea dei Campionati del Mondo. La maglia iridata è unica, la più bella di tutte. Credo sia anche la più difficile di conquistare, ma ci proverò partecipando a quanti più Mondiali possibile. Sono orgoglioso di essere sloveno e amo correre per la mia nazionale. Alle Olimpiadi abbiamo fatto qualcosa di incredibile con il mio bronzo e l’oro di Roglic nella cronometro».

Pogacar però ha messo gli occhi non solo sui colori dell’arcobaleno, ma anche sul rosa del Giro d’Italia. Sappiamo bene che gli sponsor della UAE Team Emirates spingono per avere Pogacar al via del Tour de France, corsa considerata più prestigiosa dal punto di vista economico, ma non per questo si può privare un talento come Tadej di correre la corsa rosa. «Il Giro ha un fascino tutto particolare, quest’anno ha anche sconfinato in Slovenia e sono felicissimo di ciò. Non so quando lo correrò, dovreste parlarne con il mio direttore sportivo Gianetti, ma sicuramente un giorno sarò al via».

Non sarà però il 2022 l’anno del debutto di Pogacar al Giro d’Italia. Nel mirino dello sloveno c’è la terza maglia gialla. «Il Tour è la corsa che mi ha “cresciuto”. In Slovenia si vedeva solo la Grande Boucle, non c’erano altre corse di ciclismo in televisione. Per questo la gara a tappe francese è così nel mio cuore, vincerla per due volte è un sogno, non potevo chiedere di meglio».